Il Blog di Enzo Bianchi

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​Fondatore della comunità di Bose

Commento al Compendio del Catechismo - 47

14/07/2013 01:00

ENZO BIANCHI

Riviste 2013,

Commento al Compendio del Catechismo - 47

Famiglia Cristiana

Pubblicato su: Famiglia Cristiana - 14 luglio 2013


Rubrica di ENZO BIANCHI


Nel credente l’attesa delle realtà ultime, del Regno di Dio, dell’essere con il Signore per sempre, della vita eterna, deve essere una tensione costante

Che cosa domanda la chiesa pregando: “Venga il tuo Regno”? 

 

La chiesa invoca la venuta finale del Regno di Dio attraverso il ritorno di Cristo nella gloria. Ma la chiesa prega anche perché il Regno di Dio cresca fin da oggi mediante la santificazione degli uomini nello Spirito e, grazie al loro impegno, con il servizio della giustizia e della pace, secondo le beatitudini. Questa domanda è il grido dello Spirito e della Sposa: “Vieni, Signore Gesù!” (Ap22,20).

 

(Commento al COMPENDIO DEL CATECHISMO
su “Il Padre nostro” 590)

 

La domanda: “Venga il tuo Regno” occupa il posto centrale delle prime tre, e questo dice la sua importanza. Non a caso,l’annuncio fondamentale di Gesù è quello del Regno, come attestano le sue prime parole pubbliche: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo” (Mc 1,15).

 

Il discepolo chiede che il Regno di Dio – da intendersi come l’equivalente dell’espressione biblica: “Il Signore regna! Dio regna!” (cf. Es 15,18; Is 52,7, ecc.) – si manifesti, si estenda, raggiunga il compimento. Invocare la venuta del Regno significa chiedere che Dio regni innanzitutto su chi prega, poi su tutti i cristiani, poi su ogni essere umano e sull’umanità intera. E ciò che appare in tutte le Scritture, ricapitolate da Gesù, è che il regnare di Dio non è come quello degli uomini: non è un dominio o l’instaurazione di una schiavitù, ma è un’azione di liberazione dalla schiavitù degli idoli falsi, di salvezza dai nemici e dal male, di raduno dei figli dispersi (cf. Gv 11,52). 

 

Il Regno di Dio si è manifestato in Gesù, “il Regno fatto persona” (Origene), perché egli è l’unico uomo su cui Dio ha regnato in pienezza. Egli annunciava il Regno narrando parabole in cui mostrava cosa accade quando l’azione di Dio trova spazio nella storia, quando il cuore degli uomini è disponibile ad accogliere il suo dono e a rispondervi con tutta la vita. Il Regno di Dio è una realtà che si attende e si invoca, per la quale occorre predisporre tutto mediante la conversione, il ritorno al Signore; è una realtà che non si può forzare, ma che si accoglie come i bambini (cf. Mc 10,15 e par.); è una realtà che non deve essere contraddetta, ma che appare dal modo in cui una persona, una comunità, la chiesa, lasciano regnare Dio su di sé.

 

Nel credente l’attesa delle realtà ultime, del Regno di Dio, dell’essere con il Signore per sempre, della vita eterna, deve essere una tensione costante. “Marana tha: vieni, Signore Gesù!” (1Cor 16,22; Ap 22,20) è l’invocazione che testimonia questa attesa da parte del cristiano e della chiesa. Il Regno ha certamente già iniziato a essere presente in mezzo a noi in Gesù (cf. Lc 17,21); è inaugurato ma non compiuto, cresce ogni giorno senza che noi sappiamo come o possiamo verificarne l’estensione. Possiamo dunque chiederci: la venuta del Regno è finale, riguarda la fine dei tempi, o avviene già oggi? Entrambe le risposte sono valide. Nei vangeli, infatti, il Regno è a volte indicato come realtà futura, altre volte come presente; è un Regno inaugurato da Gesù nella storia ed è un Regno che progressivamente cresce; è un Regno che già qui e ora tende al compimento finale, quando avverrà la sua manifestazione definitiva: allora ci sarà il banchetto in cui tutti gli uomini sederanno alla tavola del Regno (cf. Mt 8,11; Lc 13,29) e il Signore stesso passerà a servirli (cf. Lc 12,37), per dare inizio a una festa senza fine.