Pubblicato su: Famiglia cristiana - 21 aprile 2013
commento di ENZO BIANCHI
"Contemplare e agire, ora et labora come insegna san Benedetto, sono entrambi necessari nella nostra vita di cristiani". Sopravvalutare uno dei due poli impedisce al cristiano l’unificazione del cuore e di tutta la persona
Contemplare e agire, ora et labora come insegna san Benedetto sono entrambi necessari nella nostra vita di cristiani.
Così è riassunto il compito dei discepoli che, testimoni dell’Ascensione di Gesù, tornano a Gerusalemme dove li attende la preghiera incessante e la missione evangelizzatrice. Luca, nel suo Vangelo e negli Atti, sottolinea la necessità della comunione con il Signore, da rinnovarsi sempre attraverso l’ascolto della parola di Dio, la preghiera adorante, la contemplazione – esercizio a vedere tutte le realtà come le vede Dio – e attraverso l’azione, cioè l’operare quotidiano in modo conforme a ciò che confessiamo e alle parole che usiamo nella preghiera.
Sopravvalutare uno dei due poli impedisce al cristiano l’unificazione del cuore e di tutta la persona. Per questo il papa riprende un’espressione tradizionale dell’insegnamento di san Benedetto: ora et labora, prega e agisci, perché pregare è giudicare e decidere con Dio e agire è obbedire a ciò che Dio chiede. Non solo il monaco, ma ogni cristiano è chiamato a essere attivo e contemplativo: dotati della ragione, del pensiero, della parola per entrare in relazione con Dio e per comunicare con gli altri, siamo tutti abilitati in virtù delle nostre capacità umane ad agire quotidianamente con responsabilità. La contemplazione infatti origina l’azione e l’azione è la realizzazione della contemplazione.