Il Blog di Enzo Bianchi

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​Fondatore della comunità di Bose

Commento al Compendio del Catechismo - 25

10/02/2013 00:00

ENZO BIANCHI

Riviste 2013,

Commento al Compendio del Catechismo - 25

Famiglia Cristiana

Pubblicato su: Famiglia cristiana - 10 febbraio 2013


di ENZO BIANCHI


Nella comunione dei santi del cielo e della terra le molteplici forme di preghiera avvengono grazie all’unico Spirito, che “viene in aiuto alla nostra debolezza e intercede con gemiti inesprimibili”

In che modo i santi sono guide per la preghiera?


I santi sono i nostri modelli di preghiera e a loro domandiamo anche di intercedere, presso la santissima Trinità, per noi e per il mondo intero. La loro intercessione è il più alto servizio che rendono al disegno di Dio. Nella comunione dei santi, si sono sviluppati, lungo la storia della chiesa, diversi tipi di spiritualità, che insegnano a vivere e a praticare la preghiera.

 

(Compendio del Catechismo n. 564) 

 

Nella professione di fede consegnataci dalla chiesa noi proclamiamo: “Credo la comunione dei santi”. Sì, i morti per Cristo, con Cristo e in Cristo sono con lui viventi per sempre e, poiché noi siamo membra del corpo di Cristo ed essi membra gloriose del corpo glorioso del Signore, siamo in comunione gli uni con gli altri, chiesa pellegrinante con chiesa celeste, insieme formanti l’unico e totale corpo del Signore.

 

È la consapevolezza di questa profonda comunione che ha nutrito la fede e il cammino di santità di molti credenti, dai primi secoli ai nostri giorni: uomini e donne nascosti, capaci di vivere quotidianamente la resistenza a sempre nuove idolatrie, nella paziente sottomissione alla volontà del Signore e nel sapiente amore per ogni essere umano. Il santo diviene allora una presenza efficace per il cristiano e per la chiesa: noi non siamo soli, ma “avvolti da una grande nuvola di testimoni” (Eb 12,1), con loro siamo i figli di Dio, con loro saremo una cosa sola con il Figlio.

 

In Cristo si stabilisce tra noi e i santi del cielo una tale intimità che supera quella esistente nei nostri rapporti, anche quelli più fraterni, qui sulla terra: essi pregano per noi, intercedono, ci sono vicini come amici sempre fedeli. L’intercessione dei santi presso Dio è efficace perché si colloca nell’intercessione di colui che è il grande e unico intercessore, Gesù Cristo (cf. 1Tm 2,5-6). Quelli che durante la loro vita hanno avuto “gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fil 2,5), giunti in cielo conoscono la piena comunione con lui, e così la loro preghiera avviene compiutamente all’interno dell’unica preghiera di Cristo, il quale dopo la sua morte e resurrezione “sta alla destra di Dio e intercede per noi” (Rm 8,34).

 

Quanto ai “diversi tipi di spiritualità” legati alle diverse figure di santi, per comprendere correttamente tale affermazione occorre leggere la versione più ampia del Catechismo: “Le spiritualità cristiane partecipano alla tradizione vivente della preghiera e sono guide indispensabili per i fedeli. Esse, nella loro ricca diversità, riflettono l’unica e pura luce dello Spirito santo. ‘Lo Spirito è veramente il luogo dei santi, e per lo Spirito il santo è una dimora particolarmente adatta, poiché il santo si offre ad abitare con Dio ed è chiamato suo tempio’ (san Basilio di Cesarea)” (CCC 2684). Nella comunione dei santi del cielo e della terra le molteplici forme di preghiera avvengono grazie all’unico Spirito, che “viene in aiuto alla nostra debolezza e intercede con gemiti inesprimibili” (Rm 8,26).