Il Blog di Enzo Bianchi

Il Blog di Enzo Bianchi 

​Fondatore della comunità di Bose

Commento al Compendio del Catechismo - 22

19/01/2013 23:00

ENZO BIANCHI

Riviste 2013,

Commento al Compendio del Catechismo - 22

Famiglia Cristiana

Pubblicato su: Famiglia cristiana - 20 gennaio 2013


di ENZO BIANCHI


L’ambito liturgico è dunque il luogo privilegiato dell’ascolto della Parola, perché in esso la Parola non è solo ascoltata e interpretata, ma è anche celebrata dall’assemblea

Quali sono le sorgenti della preghiera cristiana? 


Esse sono: la Parola di Dio, che ci dà la “sublime scienza” di Cristo (Fil 3,8); la liturgia della chiesa, che annuncia, attualizza e comunica il mistero della salvezza; le virtù teologali; le situazioni quotidiane, perché in esse possiamo incontrare Dio. 

 

(Compendio del Catechismo n. 558) 

 

 

“Lo Spirito santo è ‘l’acqua viva’ che, nel cuore orante, ‘zampilla per la vita eterna’ (Gv 4,14). È lui che ci insegna ad attingerla alla stessa sorgente: Cristo. Nella vita cristiana ci sono fonti dove Cristo ci attende per abbeverarci dello Spirito santo” (CCC 2652). A questo paragrafo introduttivo il Catechismo fa seguire l’esposizione delle fonti della preghiera cristiana.

 

Innanzitutto le due fondamentali: la Parola di Dio e la liturgia della chiesa. Per la fede ebraico-cristiana il rapporto tra la Scrittura contenente la Parola di Dio (cf. Dei Verbum 24) e la liturgia è, per restare alla metafora utilizzata, “fontale”. LaParola di Dio tende di per se stessa verso l’azione liturgica e la liturgia procedente dalla Parola è l’atto in cui si rivela la presenza di Dio, è il luogo in cui il Signore si manifesta al suo popolo e stringe alleanza con lui; “la Parola di Dio si fa celebrazione e la celebrazione null’altro è che la Parola di Dio attualizzata nel massimo dei modi “ (A. M. Triacca).

 

L’ambito liturgico è dunque il luogo privilegiato dell’ascolto della Parola, perché in esso la Parola non è solo ascoltata e interpretata, ma è anche celebrata dall’assemblea. La liturgia è convocazione all’ascolto che nel contesto dell’assemblea fa vivere un dialogo, perché in essa vi sono Parola di Dio e risposta dell’assemblea: al Dio che parla la chiesa risponde con la preghiera e il gesto sacramentale. La Parola proclamata è accolta nel cuore dell’uomo come Parola efficace che compie ciò per cui Dio l’ha inviata (cf. Is 55,10-11); ma dal cuore deve ritornare sulla bocca del credente (cf. Rm 10,8-10) che, confessando la fede e impegnandosi nell’obbedienza, sancisce l’alleanza con Dio, in vista di un pratica concreta della sua volontà nella storia. Tutto ciò avviene nella potenza dello Spirito santo: come fa emergere dalla Scrittura l’autentica Parola di Dio, così lo Spirito fa scaturire dalla chiesa l’autentica risposta a Dio, cioè una preghiera generata e ispirata dalla Parola stessa.

 

 Consapevoli di questa sorgente prima della loro preghiera, i cristiani sono chiamati a pregare ogni giorno, ogni “oggi” (cf. Sal 95,7) della loro vita quotidiana. E possono farlo accogliendo ed esercitando le virtù teologali, al cui vertice sta la carità (cf. 1Cor 13,13): “la preghiera, plasmata dalla vita liturgica, tutto attinge all’amore con cui siamo amati in Cristo e che ci concede di rispondervi amando come lui ci ha amati. L’amore è la sorgente della preghiera; chi vi attinge, tocca il culmine della preghiera” (CCC 2658).