Il Blog di Enzo Bianchi

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​Fondatore della comunità di Bose

Commento al Compendio del Catechismo - 15

02/12/2012 00:00

ENZO BIANCHI

Riviste 2012,

Commento al Compendio del Catechismo - 15

Famiglia Cristiana

Pubblicato su: Famiglia cristiana - 2 dicembre 2012


di ENZO BIANCHI


Questo movimento di dono da parte di Dio e di risposta colma di gratitudine dell’uomo è mirabilmente riassunto nelle parole che il presbitero pronuncia durante la liturgia eucaristica al momento della presentazione dei doni

Che cos’è la benedizione? 


La benedizione è la risposta dell’uomo ai doni di Dio: noi benediciamo l’Onnipotente che per primo ci benedice e ci colma dei suoi doni. 

 

(Compendio del Catechismo n. 551) 

 

Si legge nella versione più ampia del Catechismo: “La benedizione esprime il moto di fondo della preghiera cristiana: essa è incontro di Dio e dell’uomo; in essa il dono di Dio e l’accoglienza dell’uomo si richiamano e si congiungono. La preghiera di benedizione è la risposta dell’uomo ai doni di Dio: poiché Dio benedice, il cuore dell’uomo può rispondere benedicendo colui che è la sorgente di ogni benedizione” (CCC 2626). E si faccia attenzione: non si benedice mai qualcosa, ma si benedice Dio per avercela donata. Tutto ciò che Dio ha creato, infatti, è buono di per sé: “ogni creatura di Dio è cosa buona … se accolta con rendimento di grazie” (1Tm 4,4). 

 

Questo movimento di dono da parte di Dio e di risposta colma di gratitudine dell’uomo è mirabilmente riassunto nelle parole che il presbitero pronuncia durante la liturgia eucaristica al momento della presentazione dei doni: “Benedetto sei tu, Signore, Dio dell’universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo, … dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo vino, frutto della vite e del lavoro dell’uomo”. La benedizione cristiana, radicata nella berakah ebraica, consiste appunto nel rendere grazie a Dio per i doni della sua misericordia; mediante la benedizione si risale dal dono al Donatore, cogliendo la presenza del suo amore negli innumerevoli doni puntuali di cui ogni giorno egli ci colma.

 

E il dono per eccellenza, quello che li contiene tutti, è il dono del Figlio Gesù Cristo: “Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo” (Ef 1,3). È significativo, in questo senso, che il vangelo secondo Luca ci presenti Gesù come colui che spande intorno a sé benedizione da un estremo all’altro della sua vita: quando ha solo otto giorni, l’anziano Simeone “lo accolse tra le braccia e benedisse Dio”(Lc 2,23); e dopo la sua ascensione gli apostoli, in attesa della sua venuta gloriosa, “stavano sempre nel tempio benedicendo Dio” (Lc 24,53). 

 

Insomma, l’intera esistenza di Gesù può essere letta come una benedizione: in tutte le sue parole e le sue azioni, in ogni suo incontro egli ha cercato sempre e solo di benedire il Padre, di restituire puntualmente a Dio i doni da lui ricevuti. Fino a quel gesto riassuntivo di tutta la sua esistenza, compiuto nell’imminenza della sua passione e morte: “mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: ‘Prendete, mangiate: questo è il mio corpo’” (Mt 26,26).