Pubblicato su: FAMIGLIA CRISTIANA - 15 luglio 2010
di ENZO BIANCHI
L’ “istituzione” Chiesa cattolica in Italia avrebbe perso in un anno circa dieci punti nell’indice di credibilità, probabilmente a seguito delle recenti vicende che vedono personalità ecclesiali sul banco degli imputati di processi
L’ “istituzione” Chiesa cattolica in Italia avrebbe perso in un anno circa dieci punti nell’indice di credibilità, probabilmente a seguito delle recenti vicende che vedono personalità ecclesiali sul banco degli imputati di processi, in verità finora soprattutto mediatici. Non è una novità che l’insistenza dei mass media su determinate tipologie di notizie condiziona la percezione di rischi e paure da parte della pubblica opinione. Ma alla consueta cautela con cui vanno letti i sondaggi vorrei aggiungere un’osservazione più specifica: oggetto dell’indagine è infatti l’ “istituzione” Chiesa, accostata ad altre istituzioni – dalla Magistratura all’Unione Europea, dalla Scuola alle Forze armate – e non la credibilità dei cristiani in carne e ossa che ciascuno può incontrare nella sua vita quotidiana. Ora, è vero che sull’istituzione si riversano anche le impressioni suscitate da singole persone che la rappresentano, ma bisognerebbe anche capire cosa gli intervistati – e gli intervistatori – hanno in mente quando parlano di “Chiesa cattolica”: è quella dipinta dai mass media oppure una realtà di cui hanno fatto e fanno esperienza?
In realtà, decisiva per un cristiano è la sua credibilità di testimone del Signore risorto, è l’autenticità di un vissuto che rende conto della speranza che lo abita, è la conformità del suo modo di vivere con il Vangelo di Gesù Cristo. In quello che un cristiano dice e fa, ogni giorno, è possibile o no riconoscere le tracce del volto di Gesù di Nazaret che è passato tra di noi facendo il bene? Domanda cui un sondaggio difficilmente può rispondere in modo adeguato, ma interrogativo ineludibile per i singoli credenti e per la comunità cristiana, domanda che non può mai lasciarli tranquilli. L’essere o meno credibile per un cristiano non dipende allora dall’appartenenza a un’istituzione pur necessaria, ma dal suo essere membro di un corpo vitale, fratello o sorella della comunità del Risorto, la Chiesa, costantemente chiamata alla conversione e all’amore fraterno. Come ha detto Gesù: “Dall’amore che avrete gli uni per gli altri riconosceranno che siete miei discepoli”.