Il Blog di Enzo Bianchi

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​Fondatore della comunità di Bose

Caro Diogneto - 9

04/09/2009 01:00

ENZO BIANCHI

Riviste 2009,

Caro Diogneto - 9

Jesus

Pubblicato su: JESUS - settembre 2009


di ENZO BIANCHI


La fede discerne gli idoli e cerca di strappare l’uomo da essi, la fede cristiana è addirittura capace di giudicare la religione in cui essa si manifesta e vive. Sì, la fede cristiana, proclamando che l’amore è più forte della morte

Oggi il cammino di fede passa soprattutto attraverso l’incontro con Gesù Cristo, l’uomo affidabile che ha narrato Dio e ha mostrato chi sia veramente l’uomo. Eppure possiamo trovare anche altre ragioni per credere in Dio. Sono infatti convinto che la fede cristiana possa essere motivata anche all’uomo di oggi: la fede non la si impone, non la si crea ma, comunicandola ad altri, si può indicare come essa non sia contraddittoria alla ragione umana e sia, anzi, un cammino di autentica umanizzazione. Non ci sono prove dell’esistenza di Dio, ma ci sono segni che, se compresi e accolti, possono aiutare l’atto della fede, la decisione di credere.

 

Innanzitutto la fede cristiana può essere una fonte viva di senso, del senso del senso. Tutti gli uomini cercano un significato per la loro vita, vogliono che quanto vivono abbia senso, altrimenti sentono la loro vita minacciata. Per trovare questo senso non si possono eludere le grandi domande che sempre hanno accompagnato l’umanità: da dove veniamo? dove andiamo? perché l’uomo? e perché la morte? Prima ancora di affermare l’esistenza di Dio, si tratta di trovare senso all’esistenza dell’uomo, soprattutto oggi, in una cultura che registra, secondo l’espressione di Paul Ricoeur, “l’arretramento del senso”: oggi le nuove generazioni faticano a trovare senso persino nel lavoro, nella sessualità, nel divertimento... Sì, oggi è affidabile, degno di fede ciò che esprime senso, ciò che fa vivere e – pur in un clima di individualismo, di relativismo e di ripiegamento su di sé – la ricerca di senso continua. Davvero la fede cristiana può essere una strada che si presenta coerente con le grandi domande dell’umanità, in grado di fornire un fondamento alle relazioni umane: essa indica una finalità alla vita e al mondo, contrastando le tentazioni di assurdità e di non senso.

 

Un’altra ragione per credere è che la fede richiede un atto di libertà: Dio non si impone, non obbliga a credere in lui. Questo è ciò che stupisce del Dio cristiano: egli ha creato l’essere umano libero, capace di stargli di fronte, di negarlo, di dirgli: “Tu non esisti!”. Il Dio della bibbia ci ha creati facendoci spazio, ritirandosi in modo da permettere la nostra alterità che contempla anche la possibilità di non riconoscere Dio, il creatore. Chi è nato in una famiglia in cui c’erano atei o non credenti ha imparato che si può vivere anche senza Dio: proprio queste presenze erano un sintomo della fede come atto di libertà. Anche se uno è nato e cresciuto in una famiglia cristiana e lì ha ereditato la fede, ha poi dovuto accettarla consapevolmente, assumerla come propria e non come semplice ambito esterno di vita. Questo atto di libertà che è la fede va certamente rinnovato giorno dopo giorno, anche in confronto ai non credenti che spesso sono più esigenti di molti credenti devoti sulla qualità della fede e sull’immagine di Dio. Sì, presenza inquietante, i non credenti: i loro dubbi e la loro incapacità a credere svelano le regioni “atee”, senza-Dio che attraversano i credenti. Più si cammina nella fede e più si sente il bisogno di purificarla con la ragione e con l’umiltà che confessa di conoscere poco del mistero di Dio e del suo amore. È l’atto di fede nella libertà che converte i dubbi quotidiani in domande alle quali sa rispondere soprattutto l’amore per il Signore Gesù.

 

Infine, un’ulteriore ragione per credere consiste nel fatto che la fede cristiana indica un cammino di umanizzazione. Ripeto sovente con convinzione le parole di san Paolo: “È apparsa l’humanitas del nostro Salvatore” (Tt 3,4). Sì, in Gesù ci è stato mostrato il vero uomo: seguire lui e credere in Dio, senza il quale Gesù resterebbe non spiegabile, significa anche perseguire una vita bella, buona e beata, un capolavoro di umanità. La fede, questo slancio verso la vita è qualcosa insito nell’essere umano: non ci può essere vita senza fede in qualcuno, a partire dalla nascita, quando cominciamo ad avere fede in nostra madre. Si può vivere senza fede in Dio, ma non senza fede, non senza fiducia! Per questo gli uomini si “fidanzano”, portano la “fede”, si sentono di fare “credito”, di dare “affidamento”... 

 

La fede è dunque anche umana e nel cristianesimo essa aiuta a edificare e far crescere l’uomo: non lo aliena a Dio ma lo fa stare di fronte a lui nella libertà. La fede discerne gli idoli e cerca di strappare l’uomo da essi, la fede cristiana è addirittura capace di giudicare la religione in cui essa si manifesta e vive. Sì, la fede cristiana, proclamando che l’amore è più forte della morte, indica a tutti – cristiani o no, credenti o non credenti – che l’amore, possibile a ogni essere umano creato a immagine e somiglianza del Dio che è amore (cf. 1Gv 4,8), vince la morte.