Il Blog di Enzo Bianchi

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​Fondatore della comunità di Bose

Silenzio, è il giorno della fede nuda

25/03/2005 23:00

ENZO BIANCHI

Quotidiani 2005,

Silenzio, è il giorno della fede nuda

Avvenire

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26 marzo 2005

Un’antica omelia patristica proclama per il Sabato santo: “Oggi sulla terra c’è grande silenzio: profondo silenzio e profonda solitudine”. Il Sabato santo è il giorno dopo l’abisso della passione di Cristo e della passione del cristiano, un giorno segnato da un dolore muto: le lacrime sono cessate, i lamenti non si alzano più, si resta in silenzio perché il dolore per la morte del Messia – “il nostro respiro”, come lo chiamavano le Lamentazioni di Geremia – non ha più espressioni per mostrarsi e la gioia resta ancora inaccessibile. Giorno di silenzio, addirittura aliturgico nelle chiese, giorno che può solo essere assunto nel segno del silenzio e della solitudine, oppure essere rigettato come impossibile a viversi.

 

La mia generazione ricorda che, prima della riforma liturgica della Settimana santa voluta da Pio XII, questo giorno non era vissuto né capito: il suo tempo era negato e già al sabato mattina si celebrava la Pasqua di Cristo, con un passaggio immediato dalla morte alla risurrezione.

 

Invece il Sabato santo va assunto e vissuto pienamente. È uno “iato” necessario che gli stessi discepoli di Gesù hanno sperimentato come smarrimento, non senso, silenzio del loro Maestro e Profeta e del loro Dio. Sabato santo è il giorno della fede nuda, il giorno in cui la fede, spoglia, va letta all’ombra della croce tenendo, sull’esempio delle donne discepole secondo il Vangelo di Luca, lo sguardo fisso alla tomba, alla pietra che chiude nella terra il Messia crocifisso nell’ignominia come maledetto da Dio e dagli uomini. Non è un caso che il Sabato santo sia ridiventato pienamente “il secondo giorno” della passione-morte-risurrezione proprio al cuore del secolo scorso, stagione in cui l’esperienza dell’uomo è stata più che mai questo dimorare negli abissi infernali della non fede, della potenza della morte e del male assoluto.

 

Il Sabato santo è il giorno della nuda fede, in cui i cristiani si sentono oranti nella consapevolezza che quel corpo umano di Gesù, nato da donna e dall’energia dello Spirito santo, è tornato alla terra, inghiottito nella terra e nella storia come un seme che marcisce e muore, mostrando che l’amore di cui era narrazione era giunto al limite estremo (cf. Giovanni 13,1). Ma quel luogo di terra, “fuori dalla città santa, fuori dal campo” (cf. Ebrei 13,13) era anche un giardino… Presto proprio lì sarebbe sbocciata la vita nuova.

 

Enzo Bianchi