Il Blog di Enzo Bianchi

Il Blog di Enzo Bianchi 

​Fondatore della comunità di Bose

Bestiario d'amore*

02/09/2021 01:00

ENZO BIANCHI

Conferenze 2021,

Bestiario d'amore*

ENZO BIANCHI

di Enzo Bianchi

“Amor ch’a nullo amato amar perdona”. Chi non conosce questo verso della Commedia, nel canto di Paolo e Francesca?

 

Qualche decennio prima un trovatore francese, Richard de Fournival, cantava invece le pene dell’amor non corrisposto, nel suo Bestiario d’amore. Prosa poetica che dipinge l’amor frustrato. Con una novità non piccola: se prima di lui i bestiari medievali si servivano degli animali in funzione morale o religiosa, il trovatore li introduce per descrivere simbolicamente le battaglie dell’attrazione amorosa. O meglio, le sue fatiche nel non vedersi riamato come vorrebbe.

 

Il trovatore mette in scena cinquantasette animali, per esprimere ciò che più gli sta a cuore: “Amore, che è cacciatore avveduto, pose sul mio cammino una fanciulla alla cui dolcezza mi sono addormentato e sono morto della morte che è propria di Amore, cioè di disperazione, senza speranza di grazia”. Significativamente, in alcuni manoscritti l’opera è seguita dalla risposta della donna, che utilizza le stesse immagini per rifiutare senza appello le profferte amorose del cavaliere, con explicit tombale: “Questo sia sufficiente per un buon intenditore!”.

 

Ispirato da quest’opera, nove secoli dopo Vinicio Capossela, mio caro amico, ha composto il suo Bestiario d’amore. Poema musicato, in cui la voce e la musica di Capossela, orchestrata da Stefano Nanni, ci regalano dieci minuti di piacere onirico. Accresciuto dal video di animazione presente in rete. Omaggio anzitutto all’idea geniale del cantautore e scrittore italiano, già autore nel 2013 dell’indimenticabile libro di viaggio Tefteri (ode alla Grecia e al suo Rebetiko) e, lo scorso anno, del disco Ballate per uomini e bestie, che precorreva i tempi, cantando le pestilenze del nostro presente…

 

Omaggio a un’idea in controtendenza rispetto a ogni melensa celebrazione dell’amore romanticamente corrisposto. Che qualche volta si sperimenta, ma spesso no! Per questo Capossela può scrivere, sulla pagina del suo sito dedicata all’album: “L’amore apre i cancelli allo zoo interiore che ci portiamo dentro. Attiva in noi il lupo, il coccodrillo e la sirena, ci rende parenti stretti del licantropo, del corvo e dell’asino selvaggio, ci rende credibili la fenice e l’unicorno. Mette in moto e rivela un intero bestiario d’amore, perché l’innamorato è un mostro, sopraffatto dalla necessità di mostrarsi. Non potendo evitare l’amore, lo celebreremo in forma di bestiario, usando tutte le allegorie che la natura animale offre”.

 

Tralascio le sue considerazioni contenute nel piccolo-grande libretto che accompagna l’elegante edizione del suo Bestiario. Una pagina densa, che solo chi è stato innamorato almeno una volta nella vita può intendere. Sì, perché “solo sa che sia amore chi ama senza speranza” (Friedrich Schiller). E allora, perché no, ispirato da amor mi contraddico, per citare le ultime parole di Capossela nel libretto: “Completano la compagnia di ventura una opertura-copertina musicale e due canzoni ricavate da liriche trobadoriche”, un canto all’alba e una celebrazione della piccola allodola, “a conferma del fatto che l’unica cosa che conta sia l’essere trovati”. Quanta sapienza! Non potrei essere più d’accordo con quest’ultimo pensiero, e chi può capire capisca…

 

Certo, l’amore è fatica e i venticinque animali messi in musica dall’autore ce lo ricordano senza sconti. Si comincia con il gallo che “canta con note più rotte quando è il buio di mezzanotte”. Viene poi il rimpianto, quand’ormai è tardi: “Come l’aspide sa farsi sordo turando l’orecchio con la coda, così dovevo chiudere l’anima al suono della vostra melodia”. E prima di concludere, chiedendo all’amata almeno la sua pietà, l’amante si assomiglia alle rondini (celebrate anche da una splendida canzone di Lucio Dalla!) “che hanno cura solo di volare e quando amano passano oltre, ma chi si addormenta in Amore è sempre inseguito da Morte”.

 

Ripeto spesso con convinzione, citando il poema d’amore per eccellenza nella Bibbia, il Cantico dei cantici (ricco di animali e di natura…), che “forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione amorosa”. Grande speranza: l’Amore è addirittura più forte della Morte, in un senso che capiremo solo nel Regno. Eppure l’amore conosce tante contraddizioni: difficoltà, conflitti, infedeltà e forse anche la morte. Per questo l’amore non coinvolge nessuno senza esporlo al dolore e alla “perdita di sé”. Dunque? Proteggersi da amore? No! Chiediamocelo, spronati da Capossela: all’amante basta amare anche senza reciprocità? L’amore si sostiene anche quando l’amato rifiuta di essere trasfigurato dall’amore dell’amante? L’amore contiene in sé il riconoscimento della libertà dell’altro, dunque continua nel suo ardere anche quando dall’altro giunge il diniego? Se è vero amore, sì! Qui e ora, “l’amore basta all’amore” (Bernardo di Clairvaux).

Vinicio Capossela

  BESTIARIO D’AMORE

  La Cùpa, Warner Music Italy