Boff fa suo il sogno dell’enciclica di Papa Francesco
Per realizzarlo va abbandonata l’idea del “dominus”
La Stampa - Tuttolibri - 18 settembre 2021
di Enzo Bianchi
“O osiamo incamminarci coraggiosamente verso l’amore sociale e una vera fraternità universale fra tutti gli esseri viventi, oppure rischiamo la distruzione, la nostra e quella della diversità della vita”. È questo l’inequivocabile out out che Leonardo Boff – tra i maggiori teologi viventi e uno dei padri della teologia della liberazione – pone nell’eccellente saggio Abitare la terra, Quale via per la fraternità universale, edito da Castelvecchi. L’autore dedica l’opera “a Pierluigi Mele, competente giornalista di RaiNews, per la sua militanza di credente, per il suo impegno per l’ecumenismo e per il suo amore alle Chiese del Grande Sud del mondo”. Lo stesso Mele, firmando la prefazione, coglie con rara intelligenza la trama e l’ordito costituito dal sogno di papa Francesco di una “cosmologia” della fraternità universale e le profetiche intuizioni della riflessione teologica di Leonardo Boff. Il vescovo di Roma e il teologo brasiliano rappresentano per Mele la continuità e al tempo stesso la crescita di quella fraternità evangelica diventata amore politico della luminosa figura di Giorgio La Pira, ma anche dell’Uomo Planetario di Ernesto Balducci, che scriveva: “Agisci in modo che nella massima delle tue azioni il genere umano trovi le ragioni e le garanzie della propria sopravvivenza”.
Questo lucido ed appassionato testo di Boff fa interamente suo il sogno di papa Francesco nell’ultima enciclica sociale Fratelli tutti, e confrontandolo con le difficoltà della nostra cultura, osa descrivere la possibilità della sua reale concretizzazione, a patto però che si rispettino una serie di condizioni, prima fra tutte la fraternità universale. Boff indica una vera e propria “rivoluzione paradigmatica”, caratterizzata in primo luogo dal passaggio dal dominus a quello del frater. Il modello del dominus – teorizzato da grandi pensatori come Bacon, Nietzsche ed Haidegger, per nominarne solo alcuni – è la volontà di potenza come dominio su tutto e su tutti. A questo modello papa Francesco oppone il frater, ossia il paradigma della fraternità, dove ogni essere umano, originato dallo stesso humus, è in comunione con tutti gli esseri, animati e inanimati, con il compito di esserne custode. “Il paradigma del dominus – osserva Boff – è rappresentato dal pugno chiuso che sottomette, mentre è la mano aperta che accarezza e che si intreccia con altre mani”.
Questo primo passaggio di paradigma è il presupposto per ulteriori e altrettanto decisivi trasformazioni che per il teologo brasiliano coglie in Fratelli tutti: la politica intesa e praticata come tenerezza e gentilezza verso i deboli, il principio di solidarietà e l’importanza del territorio e, infine, il contributo fondamentale delle religioni.
La fraternità tra gli uomini e le creature è possibile, testimonia San Francesco, e da suo vero discepolo Boff sa cogliere questa ispirazione del poverello di Assisi nel magistero di papa Francesco, per il quale la fraternità umana universale non è una scelta tra le tante possibili ma condizione di salvezza per tutti, convinzione ripetuta più volte dal papa nell’efficace espressione: “o ci salviamo tutti insieme o nessuno si salva”.
Del resto, fin dall’inizio dell’enciclica Francesco scrive con chiarezza che “queste pagine non pretendono di riassumere la dottrina sull’amore fraterno, ma si soffermano sulla sua dimensione universale, sulla sua apertura a tutti” anche alla terra, al cosmo, a ogni creatura. Non sfugge a Boff che per ben cinque volte in questo testo il papa cita il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, con il quale si è incontrato ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019, elaborando insieme a lui l’importante Documento sulla fratellanza umana. Fratelli tutti vuole raggiungere e intrigare davvero tutti, per intraprendere un dialogo, percorrere vie di conoscenza reciproca e impegnarsi ad attraversare conflitti, pervenendo alla riconciliazione e alla pace, segni della fraternità. Davvero, “la globalizzazione ci ha resi più vicini ma meno fratelli – scrive il papa – crea solo soci ma non fratelli”.
Già prima di Fratelli tutti Boff scriveva: “L’ecologia integrale e la teologia della liberazione hanno qualcosa in comune: entrambi partono da un grido. L’ecologia nasce dal grido degli esseri viventi, delle foreste, delle acque. (…) E all’interno della categoria dei poveri deve essere incluso il Grande Povero che è la Terra, nostra Madre, la Terra torturata e crocifissa che dobbiamo far scendere dalla croce”.
Non è allora difficile prendere atto che in questo breve saggio Leonardo Boff ci offre molto più di un semplice commento all’enciclica Fratelli tutti, ma un pensiero profondo che prende la forma e la sostanza di un vero e proprio pensare sinfonicamente con il pensiero di papa Francesco. Sì, questo testo è il frutto maturo di una vita che si è spesa fino in fondo, con audacia e senza compromessi per la liberazione del ultimi e dei poveri. “Per questa loro capacità di ascolto dei poveri e degli umili – conclude Pierluigi Mele –, papa Francesco e Leonardo Boff sono diventati fratelli di tutti, fratelli universali”.