Il Blog di Enzo Bianchi

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​Fondatore della comunità di Bose

Fuoco, tende, cattedrali ecco le dimore di Dio (ma la più cara è l’uomo)

04/12/2021 00:00

ENZO BIANCHI

Quotidiani 2021,

Fuoco, tende, cattedrali ecco le dimore di Dio (ma la più cara è l’uomo)

La Stampa

Tutti i luoghi in cui abita l’eterno, dall’antichità a oggi

La Stampa - Tuttolibri - 04 dicembre 2021

 

di Enzo Bianchi

In una società orfana di Dio, Dio dov’è? Mentre le nostre chiese si svuotano nasce spontanea la domanda: dove abita Dio? Dove lo dobbiamo cercare? Dove si fa trovare? In che luogo poterlo incontrare? Domandarsi dove abita oggi Dio non è altro che chiedersi: Dio chi è? E forse anche: uomo chi sei? Queste sono le domanda che si è posto Franco Cardini e alle quali vi ha dato risposta attraverso la sua ultima fatica: Le dimore di Dio. Dove abita l’eterno, edito da Il Mulino. Uno stupefacente saggio che è un vero e proprio viaggio attraverso i luoghi, gli spazi, i territori, le costruzioni, gli edifici e perfino intere città nelle quali l’umanità ha creato “le dimore di Dio”: templi, sinagoghe, chiese  e moschee che sono i luoghi nei quali il divino si rende presente e la sua presenza è sentita, esperimentata o anche solo immaginata o sognata. La risposta alla domanda “Dio chi è?”, la si può trovare anche là dove l’umanità l’ha cercato, trovato e incontrato. Possiamo comprenderlo là dove l’uomo ha posto la sua dimora.

 

Da raffinato storico ed erudito saggista, Franco Cardini ci ha deliziati non solo con narrazione di eventi e personaggi della storia soprattutto medioevale, ma negli ultimi anni ci ha anche amabilmente conquistati con descrizioni di città e luoghi, facendoceli non solo scoprire ma più ancora riuscendo a farcene affascinare. In primo luogo la sua tanto amata Gerusalemme, ma anche Istanbul, Samarcanda, l’Andalusia e da ultimo Praga. Ora, con questo corposo e colto saggio, scritto con un linguaggio facile e piano, il ben noto Medievista ripercorre, dalle origine dell’umanità fino ai nostri giorni, la millenaria vicenda del Dio di Abramo che è onnipresente ma che elegge a sua dimora in un popolo e alcuni luoghi, ma che in realtà ha la sua origine, diremmo la sua prima “casa”, nel suo stesso nome – YHWH –, il Tetragramma che è  mistero infinito. Dal roveto che brucia senza consumarsi Dio rivela a Mosè il suo Nome e quel roveto posto sul monte Oreb è la prima dimora di Dio. Sempre su un monte, il Sinai, consegna ancora a Mosè le tavole della Legge. Il Dio di Abramo ama rivelarsi in cima alle montagne, facendone il primo luogo della terra dove egli “scende” per incontrare gli umani, perché la montagna domina la terra ed è più vicina al cielo e dall’alto di essa lo sguardo di Dio scruta tutt’intorno. “Nasce qui – racconta Cardini – la millenaria vicenda di un Dio ch’è onnipresente ma che mostra la sua predilezione per un popolo e per alcuni luoghi: un Dio che si fa nomade e pellegrino con la gente che prescelto accompagandola sotto forma di un turbine di sabbia di giorno e di una colonna di fuoco di notte, che accetta di serrare la Sua presenza in un’arca di acacia, l’Arca dell’Alleanza, che si muove di continuo riposando sotto un padiglione. Un Dio paterno e geloso, dolcissimo e terribile”.

 

Giunto nella terra promessa Israele diventa un popolo sedentario, e per custodire e dare stabilità alla dimora di Dio in mezzo al suo popolo, il re Salmone, figlio di David, costruisce il Tempio di Gerusalemme, tre volte eretto e tre volte distrutto. Il luogo scelto da Salomone sulla collina del Moriah, a nord-est di Sion, è il luogo dove Dio nell’in-principio impiantò il giardino dell’Eden: il centro geografico e fisico della terra, l’ombelico del mondo. Il Tempio di Salomone sarà nei secoli l’archetipo delle cattedrali come delle moschee, “è un modello senza il quale restano incomprensibili una quantità di ‘luoghi alti’ della nostra civiltà, da Costantinopoli-Istambul, alla piazza dei miracoli di Pica, alla Mecca, al Cremlino di Mosca, al centro urbanistico-simbolico di Washington”.

 

Nella seconda parte del volume Cardini offre un’efficace e luminosa sintesi della costruzione della cristianità e dell’Islam attraverso la storia dei luoghi e degli edifici costruiti come dimore di Dio: la terra santa, la città eterna e la città santa, la Gerusalemme contesa, le dimore di Dio e la gloria dell’Europa. Ecco allora pagine intense su basiliche, santuari, chiese abbaziali e romaniche, fino a giungere all’età d’oro delle cattedrali dove si palpa con mano la competenza e tutta l’erudita passione dell’autore per questo periodo storico: “Dici ‘cattedrale’ del è subito Medioevo”.

 

Tracciare un quadro completo dei “luoghi dell’eterno” sarebbe una pretesa insensata dalla quale Franco Cardini ben si guarda, ed è per questo, probabilmente, che il risultato che l’eccezionale conoscenza e la rara capacità dello studioso fiorentino ci consegnano è quello di intessere fili e intrecciare trame della millenaria storia delle “dimore di Dio”, che consentono al lettore di capire i grandi movimenti, gli sviluppi avvenuti e, al tempo stesso, di cogliere le molteplici particolarità e le infinite differenze. Perché quello che Cardini fa compiere al lettore è un itinerario che parte da lontano, perfino dal mito e dalla preistoria fino all’oggi, attraverso un itinerario che lo porta prima ad esaminare il Sacro e il Divino con i concetti della storia delle religioni e dell’antropologia culturale, per poi attraversare in forma di survery diacronico la storia dei nostri giorni.

 

Giunto alla fine Cardini pone apertamente la vera domanda che attraversa come un fiume carsico tutta l’opera: “Ma siamo in grado, a questo punto, d’immaginare davvero una possibile dimora di Dio?”. La risposta la trova in antico scritto sapienziale neoplatonico, un testo inciso su una lastra di smeraldo e per questo denominato Tabula Smaragdina: “Quel che è in alto è come quel che è in basso”, vale a dire, quel che sta sopra di noi è come quello che ci sta dentro. L’uomo da sempre costruisce templi per incontrare Dio e per conoscere sé stesso.