Che in Gran Bretagna ci sia ancora un Re è un fatto che riguarda i cittadini del Regno Unito, che per ora mostrano di scegliere e amare quella forma di governo. Che questo Re sia anche capo della chiesa anglicana e perciò venga riconosciuto e unto dal Primate di Canterbury, questo riguarda gli anglicani, una chiesa che nel XVI secolo, nell’ora della Riforma, si staccò dalla comunione cattolica romana costituendosi in chiesa autonoma, autarchica rispetto alle altre.
Nei giorni scorsi molti hanno assistito o seguito attraverso i media la cerimonia di incoronazione di Carlo III, successore della regina Elisabetta dopo il suo lunghissimo regno. Francamente sono rimasto disorientato dall’atteggiamento di molte chiese, dalla loro partecipazione alla cerimonia, dagli auguri formulati e dalla scarsa comprensione dei riti. Addirittura c’è chi ha letto nella presenza di rappresentanti della chiesa cattolica un frutto dell’ecumenismo voluto dal concilio Vaticano II.
A me sembra, tuttavia, che in questa circostanza sia veramente venuto a mancare il sensus fidei e senza fare polemiche farò qualche breve osservazione.
Innanzitutto coloro che sono intervenuti da parte cattolica rappresentavano lo stato “Città del Vaticano” (e allora si può ancora comprendere la loro presenza e il loro omaggio)? Oppure erano rappresentanti della chiesa cattolica che giudica quella celebrazione eucaristica fuori della comunione e non riconosce certo come sacramento l’unzione con il crisma del Re?
E poi che senso ha il dono di una reliquia della croce a un “riformato”, che non ammette nessun culto delle reliquie e non crede che quella sia una vera reliquia della croce di Cristo, come d’altronde anche molti cattolici di oggi?
C’è chi è stato colpito dalla bellezza della liturgia, delle musiche e dei canti, ma si sa che la chiesa anglicana ha sempre prestato molta attenzione alla liturgia, anche nel nostro tempo, e ha saputo con sapienza conservare venerabili riti. C’è anche chi ha provato nostalgia della vecchia liturgia papale dell’incoronazione del Papa, che Paolo VI soppresse per i suoi successori adottando la liturgia di inizio del ministero papale.
Ma ciò che rattrista è la confusione che si è vissuta senza che emergessero domande serie. Quelli che partecipavano all’incoronazione credevano che Carlo III fosse veramente l’“Unto” del Signore? Credevano che la sua autorità in quella liturgia fosse legittimata da Dio? Come ha fatto il Primate della chiesa anglicana a compiere quel rito senza credere a quello che faceva, agendo solo in obbedienza alle tradizioni regali? Perché noi cattolici dobbiamo assistere a cerimonie che teologicamente non approviamo? Perché scambiamo per ecumenismo la nostra partecipazione alla parata dei grandi di questo mondo? In verità, è stata una evidente finzione della fede, non una liturgia cristiana! E il gallo canta fino a squarciarsi la gola…