Avvenire, 31 dicembre 2014
di ENZO BIANCHI
Due segnali convergenti animeranno il prossimo anno: la chiesa cattolica proseguirà il cammino sinodale di riflessione sulla famiglia, mentre le chiese ortodosse si prepareranno al sinodo panortodosso del 2016. L’intuizione di papa Francesco ha voluto immettere nella prassi sinodale il dialogo fecondo tra assise dei vescovi e chiese locali che aveva caratterizzato le diverse sessioni del Vaticano II: così discussioni, proposizioni, documenti preparatori si intrecciano con il dibattito e soprattutto con la vita delle comunità cristiane sparse nei cinque continenti, con le loro attese e le loro sofferenze, con le gioie e il vissuto pastorale.
Analogamente le chiese ortodosse, ciascuna delle quali storicamente vive la sinodalità come modalità di governo, accettano di metterla alla prova in un confronto che superi barriere linguistiche, nazionali, giurisdizionali.
“Camminando si apre cammino”. In quest’anno che viene potremmo parafrasare il verso di Machado affermando che “camminando insieme” si aprono nuovi cammini di condivisione e di comune testimonianza all’unico Signore. I nostri fratelli e le nostre sorelle in umanità hanno sete di questa speranza, hanno fame di una parola di vita che annuncia loro la misericordia del Signore, hanno bisogno di un annuncio credibile dell’amore più forte dell’odio.
Allora smettiamo di litigare nelle retrovie, di avvelenarci in recinti chiusi e riprendiamo a “camminare insieme”, a regolare il passo sul più debole, a sollevare lo sguardo verso il Signore che ci viene incontro. Facciamoci trovare uniti nel suo Nome.
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