La Stampa - 09 Maggio 2025
di Enzo Bianchi
In molti erano nell'apprensione. L'attesa di conoscere l'identità del nuovo Papa si era fatta carica di timore perché sembrava che la reazione alla profezia di Papa Francesco dovesse alla fine manifestarsi a livello istituzionale attraverso il magistero del nuovo Papa. E in queste vigilie faceva impressione come nelle diverse omelie esequiali per la morte di papa Francesco si ricordassero le sue parole e i suoi gesti con precisione, esprimendo profonda approvazione ma tacendo sulla sinodalità e sulla sua ricerca di promozione della donna nella chiesa. Su queste realtà così centrali in tutto il pontificato si faceva assoluto silenzio! E anche i media indicavano come favoriti cardinali che pur non essendo stati apertamente ostili a Francesco tuttavia non l'avevano mai seguito con convinzione: cardinali di cui nessuno sa che cosa veramente pensino sul cammino della chiesa.
Ed ecco nel pomeriggio di ieri inaspettata la fumata bianca, alla terza o quarta votazione! Nessuno lo vedeva possibile anche per il quorum così alto (89 voti da raggiungere). C'erano stati appelli all'unità, alla comunione, a non fare cordate o praticare strategie... La fumata bianca destava stupore ma anche qualche sospetto circa la veloce scelta di un candidato che rischiava di essere un uomo tra quelli giudicati probabili dai giornali...
E poi la voce del cardinale Dominique Mamberti che annuncia la grande gioia: il papa eletto è Robert Francis Prevost che ha preso il nome di Leone XIV. A dire il vero non sono stato sorpreso perché il papa lo aveva scelto per il Dicastero dei vescovi chiamandolo a Roma dagli Stati Uniti e conoscendo le sue esperienze pastorali nell’America Latina.
Papa Robert Francis si presenta con la stola pontificia, sorridente e parla alla folla di piazza San Pietro e a tutto il mondo. “Pace a voi!”, sono le sue prime parole, le parole di Gesù risorto e su questo annuncio parla della Pace, questo dono di Dio che è necessario a ciascuno e all'umanità intera... Subito si coglie dalle sue parole sulla pace disarmata e disarmante la volontà di continuità con il magistero di pace di Papa Francesco che cita subito due volte nel saluto benedicente e augurante la pace dato a Pasqua... Questa memoria di Papa Francesco non è formale ma convinta, sentita, e lo commuove visibilmente.
Prevost è anche un religioso, un agostiniano, e non può certo non menzionare l’ispiratore della sua vita che insisteva parlando ai cristiani: “Con voi sono cristiano, per voi sono vescovo!". Ma queste parole che indicano un rapporto di fraternità che Leone XIV vuole vivere con i fedeli, lui le ha subito espresse in sinodalità. Eccolo dunque promettere la sinodalità come cammino da proseguire per tutta la chiesa.
Il cuore di quanti hanno amato ciò che Francesco ha voluto governando la chiesa ha trasalito di gioia e ha cessato di temere. Leone XIV non sarà e non deve essere la copia di Francesco, ma la pace e la sinodalità per la quale Francesco ha sofferto e ha offerto la vita al Signore continueranno ad essere un impegno anche per questo Papa e un cammino per i fedeli.
Essendo un agostiniano con un vivo senso della comunità per la quale Agostino scrisse una regola aurea, speriamo che si prenda cura della vita religiosa nella chiesa in quest’ora di crisi e sappia riformarla e confermarla nel cammino di santità.
Scopriremo perché ha preso il nome di Leone XIV: è il nome del grande padre della chiesa ed è il nome del Papa della fine dell'Ottocento, il Papa della Rerum novarum e dell'attenzione al mondo del lavoro, ma sarà lui a dirci le ragioni che noi ora non conosciamo.
In ogni caso oggi siamo veramente nella gioia: la profezia di Papa Francesco a volte incompiuta non sarà contraddetta ma portata a compimento.