L'aggressione all'Ucraina ha riunito le varie confessioni nella condanna alla Russia
La Repubblica - 28 febbraio 2022
di Enzo Bianchi
Anche se non abbiamo il coraggio di dirlo con chiarezza, questa guerra in Ucraina è anche nutrita da una lunga e profonda inimicizia religiosa confessionale tra le chiese che compongono il mosaico orientale del cristianesimo, il cristianesimo slavo. Conosco bene e in modo diretto la realtà avendo più volte visitato quella terra e ascoltato le diverse posizioni religiose che con gli anni hanno creato una situazione conflittuale nella quale hanno molto contribuito le istanze nazionaliste anche estreme. I popolo slavi sono popoli che ricordano in modo ossessivo ciò che hanno vissuto nel passato, e in questi decenni noi abbiamo sempre sottovalutato l’accendersi di tensioni, di azioni di violenza e di scismi tra le chiese. L’identità religiosa e l’identità nazionale formano un’unica pericolosa miscela, e occorre riconoscere che, in questo lembo d’Europa, la fede cristiana non è mai riuscita a separare questi elementi esplosivi. Così si è giunti a una situazione che ha provocato l’invasione dopo una tempesta di false notizie che aveva lo scopo di impedire che l’inizio del conflitto fosse imputato a una delle parti.
L’Europa ha tentato una via di neutralità, la più facile da percorrere, ma senza che si alzassero voci politiche profetiche capaci di realizzare vie di pace. Tutte le chiese implicate nel conflitto non sono state capaci di una parola di pace convinta e giusta. E così non è bastato che si levasse la voce del Papa, non è stato sufficiente che egli scegliesse di umiliarsi con un gesto inedito andando a far visita all’ambasciatore della Federazione Russa per manifestare il proprio dolore e la propria angoscia. Vi è da segnalare però un gesto importante, anche se è passato quasi inosservato: il metropolita Onufry, primate della chiesa ortodossa ucraina (fedele al patriarcato di Mosca), si è espresso contro l’invasione supplicando e pregando per il popolo ucraino, e dichiarando che siamo di fronte a una guerra fratricida. Così tutte le chiese ortodosse, russa e ucraina, e perfino la chiesa cattolica latina, per la prima volta si sono espresse concordemente, anche se purtroppo nel paese ci sono ancora fedeli che bruciano gli edifici di culto e picchiano i sacerdoti delle altre chiese ritenute nemiche…
Continuiamo a ripetere che la guerra è una follia, che con la guerra tutto è perduto, ma poi rifacciamo la guerra senza conservare viva la memoria della morte che essa produce su inermi innocenti che chiedono solo di vivere. Preghiamo sempre: “Disarmiamoli! Disarmiamoci!”, ma questa guerra mondiale a pezzi continua a imperversare e a ripresentarsi. Certo, se la guerra è qui in Europa le nostre coscienze sono più turbate, ma la verità è che i focolai di guerra non si sono mai spenti spostandosi di terra in terra, e che le armi le forniamo noi… Siamo stanchi nella nostra impotenza, siamo frustrati dalle fake news che si abbattono su di noi come una tempesta e facciamo sempre più fatica a credere che l’umanità non voglia più la guerra. Sembra invece che la guerra sia la più potente seduzione dei popoli, e che neanche le chiese l’abbiano capito, nonostante l’eredità ricevuta da Gesù che si era preoccupato di una sola cosa: l’amore fraterno, la riconciliazione, l’unità dei credenti in lui! Tutto il resto non faceva parte del suo mandato ma l’hanno inventato i suoi discepoli.