Il Blog di Enzo Bianchi

Il Blog di Enzo Bianchi 

​Fondatore della comunità di Bose

TRANSITO BEATO DI MARIA LUISA

02/04/2022 00:00

ENZO BIANCHI

Testi di Amici 2022,

TRANSITO BEATO DI MARIA LUISA

Cumiana, 02 aprile 2022 Luca 12,22-32

Sabato 2 aprile, nel cortile della Comunità monastica di Cumiana, sono state celebrate le esequie di sorella Maria Luisa Brunetti. Un grande numero di ospiti, amiche e amici della Comunità e famigliari si sono riuniti attorno alle sorelle di Cumiana per l’ultimo saluto a sr. Maria Luisa. Al rito funebre, presieduto da don Flavio Motta, erano presenti alcuni presbiteri, fr. Amedeo e fr. Isidoro di Pra’d Mill, fr. Giorgio dell’eremo di San Valeriano, e fr. Enzo Bianchi, fondatore della Comunità monastica Bose insieme a sr. Antonella, fr. Giovanni, fr. Goffredo e fr. Adalberto a rappresentare la Fraternità monastica di Cellole. Su richiesta delle sorelle di Cumiana fr. Enzo ha pronunciato l’omelia che riportiamo.

TRANSITO BEATO DI MARIA LUISA

 

CUMIANA, 2 APRILE 2022

 

Luca 12,22-32

Carissime sorelle di questa comunità, caro don Flavio, cari amici venuti a mostrare e vivere la comunione vissuta con sorella Maria Luisa, la pace del Signore sia con tutti voi!

 

In questa liturgia, chi presiede veramente è Maria Luisa. Sì, proprio lei, perché quando un cristiano, una cristiana, lascia questo mondo celebra questo esodo verso le braccia di Cristo in una liturgia in cielo che a noi resta invisibile, ma che dà realtà e fondamento alla nostra liturgia terrestre, qui e ora. Di questo dobbiamo avere consapevolezza: questa è una liturgia celebrata in terra e in cielo, presieduta da Maria Luisa che canta il suo Magnificat a Dio ringraziandolo di averla creata, di averle dato molti doni, di averla chiamata a una vita segnata dalla fede, dalla speranza e dall’amore fraterno. Maria Luisa è viva più che mai, viva della stessa vita di Gesù Cristo risorto, e prega nella comunione dei santi per noi che l’abbiamo amata e anche per chi non l’ha amata e non l’ha compresa.

 

Questa verità, alla quale aderiamo anche grazie alla testimonianza lasciataci durante tutta la vita da Maria Luisa, non ci toglie il dolore per questo suo transito, ma ci fa sentire in una vicinanza forte, in una comunione che neanche la morte può spezzare.

 

Ci sarà certamente una giornata dedicata alla memoria di Maria Luisa, per renderle testimonianza, perché non siamo fratelli e sorelle ingrati che misconoscono i doni ricevuti attraverso di lei. Ma ora, come chiede la severa liturgia cristiana, diamo tutta l’attenzione alla parola di Dio che abbiamo ascoltato, una parola di Dio che Maria Luisa ha vissuto.

 

Le parole di Gesù che abbiamo ascoltato nel Vangelo secondo Luca erano parole care a Maria Luisa, parole impresse nel suo cuore, memorizzate, ripetute sovente dalle sue labbra e indirizzate soprattutto alle sue sorelle, alla sua comunità. Per questo le ascoltiamo oggi come se venissero ancora dalla sua bocca, ripetute in obbedienza all’Evangelo!

 

“Non temere piccolo gregge, perché è piaciuto al Padre donarvi il Regno”. Gesù si rivolge ai discepoli e consegna loro un’esortazione che nel brano che abbiamo ascoltato è retta da tre inviti, tre parole molto importanti indirizzate anche a noi.

 

Innanzitutto Gesù dice: non preoccupatevi… non affannatevi per la vita... Gesù chiede a noi suoi discepoli di vivere coerentemente con la fede nel Signore, Colui che ci ha chiamato alla vita e che essendo fedele ci custodisce per tutta la vita. Non dobbiamo mai avere incertezze su questo, ma tenere sempre lo sguardo fisso su di lui, Gesù Cristo, e quindi non preoccuparci, non abbatterci, non perderci, non smarrirci anche quando la vita può diventare difficile e dura, e sembra contraddire tutto quello in cui abbiamo creduto e sperato.

 

Essere non preoccupati: qui c’è un verbo che ripete anche l’Apostolo Paolo, un verbo che indica una situazione richiesta dall’Apostolo Paolo proprio a quanti rinunciano alle nozze per essere assidui con il Signore! Paolo dirà nella Prima lettera ai Corinti che unica giustificazione al celibato per il Regno è essere amérimnos, non preoccupati, vivere in questo spazio di fiducia, in questa postura di libertà, di tranquillità in Dio anche quando la vita può essere davvero molto faticosa e difficile. È una questione di saldezza, saldezza nella fede, capacità di andare avanti con la schiena diritta, senza essere tirati qua e là, senza essere influenzati troppo dall’opinione di questo mondo. Maria Luisa raccontava questo con il suo vivere quotidiano, bastava guardarla per vedere una donna salda, per vedere in lei una libertà veramente cristiana, quella libertà che attirava a lei fratelli e sorelle bisognosi di intravvedere nella comunità cristiana una roccia, un luogo di saldezza!

 

L’altro verbo che Gesù ripete due volte è: considerate, guardate con attenzione, contemplate! Gesù invita a guardare ai gigli dei campi, agli uccelli del cielo, per diventare consapevoli dell’azione del Signore su di noi, Lui che non ci lascia mancare ciò di cui abbiamo veramente bisogno! L’unica urgenza che ci compete è cercare di far sì che Dio regni sulla terra, che Dio regni nella nostra vita, che Dio regni nelle nostre comunità.

 

Per questo: “Cercate il Regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù”. Cercare il Regno di Dio significa cercare che la sua presenza tra di noi sia viva e sentita, che i suoi doni dell’amore e della pienezza di vita siano accolti! È questo il compito semplice e umile del cristiano, questa è l’opera che gli spetta, nient’altro! Noi ci inventiamo tante opere che il Signore si è mai sognato di affidare né a noi né alla sua chiesa. Il resto, se giunge nella nostra vita, è accidentale, è un sovrappiù, e non può determinarci l’esistenza. Ciò che ci deve determinare è davvero il Regno di Dio. Anche in questo Maria Luisa – lo dico per me, ma penso di poterlo dire per le sorelle – è stata davvero un esempio…

 

E infine ecco le parole che più ripeteva, anche guardando alla comunità da lei fondata, una realtà restata numericamente piccola, ma ve l’assicuro, perché di comunità ne ho conosciute molte, una comunità grande nel vivere il comandamento ultimo e definitivo lasciatoci da Gesù, il comandamento dell’amore: “Amatevi come io vi ho amato!”. Guardando la sua comunità ripeteva: “Non temere piccolo gregge!”. La comunità può essere piccola, può essere fatta di piccoli, ma ciò che conta è che sia significativa, che sappia dire qualcosa del Regno di Dio, che sappia dire una parola che viene da Dio. Non ha nessuna importanza la grandezza di una comunità, né il suo successo. È per questo che Maria Luisa diceva: “Non temere, non aver paura…”. E queste parole giungono soprattutto in quest’ora per le sorelle che restano, per me, per Antonella, che lei ha accolto nella comunità, per gli altri miei fratelli che hanno trovato qui accoglienza, hanno trovato una comunione nei momenti in cui non l’avevano più. Dunque care sorelle non temete, non temiamo! Maria Luisa prega per noi e ci accompagna ogni giorno, nella comunione dei santi del cielo e della terra.

 

La fede nella resurrezione, che abbiamo rinnovato ascoltando la lettura dell’apostolo Paolo nella Lettera cristiani di Corinto, ci lega in una profonda comunione tra di noi e con Maria Luisa. La resurrezione ci attende, è quello l’esito! Questa terra, che Maria Luisa amava tanto, sarà trasfigurata con noi, ci sarà un cielo nuovo e una terra nuova, e ci ritroveremo. Permettetemi di dire: per me ormai è vicino il transito che ha passato Maria Luisa, e per tanti di voi pure. La nostra speranza ormai sta in un cielo nuovo e in una terra nuova, e ci rivedremo là, e rinnoveremo il nostro amore, perché la cosa più importante del Regno di Dio è che ritroveremo quelli che abbiamo amato e tutti in Cristo. Questa è la nostra gioia, questa è la nostra fede, questa è la comunione che sentiamo di celebrare qui con Maria Luisa, che la celebra ormai davanti a Dio, in mezzo agli angeli e ai santi. Amen.