Il Blog di Enzo Bianchi

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​Fondatore della comunità di Bose

Atei e credenti hanno un nemico in comune: il nichilismo che è scivolo verso la barbarie

11/06/2022 00:00

ENZO BIANCHI

Quotidiani 2022,

Atei e credenti hanno un nemico in comune: il nichilismo che è scivolo verso la barbarie

La Stampa

La Stampa - Tuttolibri - 11 giugno 2022

 

di Enzo Bianchi

Qua e là echeggia talvolta una parola di Dostoevskij: “Se Dio non esiste, tutto è permesso!”. Chi la cita la utilizza spesso a sproposito, considerando chi non crede come persona priva di spiritualità e di morale. Agnostici e atei non credono in Dio, non si sentono coinvolti da questa presenza perché non la sentono reale, ma sono consapevoli che invece le religioni che professano Dio fanno parte della storia umana, della società, del mondo. Come essi non trovano ragioni per credere, altri invece le trovano e sono felici: gli uni pensano che questo mondo basti loro, gli altri sono soddisfatti di avere la fede. Ma proprio questo fa dire che l’umanità è una, che di essa fanno parte religione e irreligione e che, comunque, in essa è possibile, per credenti e non credenti, la via della spiritualità. Spiritualità non intesa in stretto senso religioso, ma come vita interiore profonda, come fedeltà-impegno nelle vicende umane, come ricerca di un vero servizio agli altri, attenta alla dimensione estetica e alla creazione di bellezza nei rapporti umani. Spiritualità, soprattutto, come antidoto al nichilismo che è lo scivolo verso la barbarie: nichilismo che credenti e non credenti dovrebbero temere maggiormente nella sua forza di negazione di ogni progetto, di ogni principio etico, di ogni ideologia.

 

Un contributo di notevole valore alla riflessione sulla spiritualità dei non credenti è la collana “Spiritualità senza Dio?” curata dal sociologo Luigi Berzano presso Memesis Edizioni. Dal 2014 a oggi sono stati pubblicati ventiquattro volumi tanto agili quanto intensi, opera di filosofi, sociologi, storici della religione, semiologi e psicanalisti. Lo stesso Berzano inaugurando l’iniziativa editoriale con un volume che porta lo stesso titolo della collana, osservava che può esistere una forma di spiritualità al di là dei confini sanciti dalle religioni. La vocazione di questa pregevole iniziativa editoriale di Mimesis è offrire ragioni filosofiche, elementi storici, dati sociologici, illuminazioni mistiche e metafore poetiche capaci di mostrare che ogni essere umano coltiva nella propria interiorità quel “bisogno di credere”, come lo definisce Julia Kristeva, come una delle dimensioni costitutive e ultime alla quale attingere per dare un senso alla propria esistenza.

 

Gli ultimi due volumi esplorano nuove frontiere, molto avanzate, di spiritualità. In Metafore di Luce, Mimesis 2022, Alessandra Luciano, collaboratrice dell’Osservatorio sul pluralismo religioso dell’Università di Torino e del Mind & Life Europe, assume come punto di osservazione la visione  affascinante di un raggio di luce che caratterizza i testi di tre mistiche: la filosofa Edith Stein, la mistica della controriforma Teresa d’Avila e da ultima Arguerite Porete, al tempo stesso mistica, filosofa poetessa ed eretica vissuta nel XII secolo. La poetica della luce, del lampo luminoso come metafora di conoscenza, che ha accumunato queste donne che raccontano la stessa esperienza, conduce Alessandra Luciano a costatare che “il mistero della conoscenza ci abita, se vogliamo non chiamarlo anima poco importa, resta il fatto che rimane comunque un mistero”. Gli immaginari e le narrazioni, le analisi filosofica, narrativa e semiotica possono dare possibilità alle esperienze, perché “Dio o meno, infinito o nulla, pieno o vuoto il limite che sfioriamo ogni volta che il silenzio ci assale, è sempre lì a richiedere parola per potersi raccontare”.

 

Michel Bitbol, direttore di ricerca emerito presso il CNRS e Archives Husser a Parigi, in Cambiare stato di coscienza, Fenomenologia e meditazione, Mimesis 2022 confronta la fenomenologia e la meditazione, proponendo un approccio fenomenologico alla pratica millenaria della meditazione. Sì, fenomenologia e contemplazione mistico-cristiana, e meditazione buddista si assomigliano, e ciò porta Bitbol a domandarsi: “Come la meditazione e la fenomenologia ci conducono in definitiva a vedere le cose come esse sono, cioè in modo nudo, innocente, interpretato?”. Assumendo il dato delle pratiche contemplative delle tradizioni spirituali Alessandra Luciano e Michel Bitbol indagano il campo delle scienze contemplative, ossia quel recente campo di ricerche che intendo comprendere cosa accade nel cervello quando si vivono dei precisi stati di coscienza ai quali si giunge attraverso pratiche antiche proprie alle tradizioni spirituali millenarie.

 

Sebbene complesse e non di immediata fruibilità, anche da ricerche come queste emerge l’urgenza di riconoscere la presenza di una spiritualità anche negli atei e negli agnostici, capaci di mostrare che, se anche Dio non esiste, non per questo ci si può permettere tutto: persone che sanno scegliere cosa fare in base a principi etici di cui l’uomo in quanto tale è capace. E la grande tradizione cattolica chiede ai cristiani di riconoscere che l’uomo, qualsiasi essere umano, proprio perché, secondo la nostra fede, è creato a immagine e somiglianza di Dio, è capax boni, capace di discernere tra bene e male in virtù di un indistruttibile sigillo posto nel suo cuore e della ragione di cui è dotato. I non credenti sono capaci di combattere l’orrore, la violenza, l’ingiustizia; sono capaci di riconoscere “principi” e “valori”, di formulare diritti umani, di perseguire un progresso sociale e politico attraverso un’autentica umanizzazione.