Il Blog di Enzo Bianchi

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​Fondatore della comunità di Bose

Sempre nuovi abusi liturgici

18/01/2023 00:00

ENZO BIANCHI

E il gallo cantò...,

Sempre nuovi abusi liturgici

18/01/2023

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La liturgia ha la vocazione a essere un’opera d’arte, il che richiede un’attenzione, una passione, una convinzione forte in tutti quelli che la celebrano, in chi la presiede come nei fedeli. Resta però vero che gli “abusi” liturgici avvengono più facilmente ad opera del presbitero, al quale spetta presiedere un’azione che è normata dalla chiesa nelle parole e nei gesti: la liturgia infatti non è una preghiera individuale, ma è innanzitutto un’azione di Cristo.

 

Fare un elenco degli abusi attualmente praticati può sembrare un’operazione lamentosa, non utile in un momento della vita ecclesiale come quello presente, in cui si è tentati di guardare indietro, con un’idealizzazione del passato e una conseguente nostalgia che non colgono né la verità né la realtà dell’epoca che ha preceduto la riforma liturgica.

 

Oggi inoltre sono in troppi a denunciare genericamente gli “ormai famosi” abusi del post-concilio, senza preoccuparsi di spiegarli o analizzarli, ma fomentando accuse di derive liturgiche al limite della calunnia e, quasi sempre, all’insegna della caricatura. Ha scritto giustamente in proposito Matias Augé: “Troppi sono i difensori del culto cristiano che per difendere la giusta causa mortificano la storia o la riducono a barzelletta”. Come se prima della riforma liturgica non ci fossero abusi…

 

Perché invece non ricordare gli abusi vissuti ancora negli anni immediatamente precedenti al Vaticano II? La messa celebrata in dodici, quindici minuti; il canone bisbigliato per poterlo dire più in fretta; la predica fatta da un sacerdote mentre l’altro diceva messa finchè, al suono del campanello per la consacrazione, il predicatore si fermava, i fedeli si inginocchiavano, e subito dopo veniva ripresa l’omelia… E che dire del fatto che noi fedeli non potevamo comunicarci subito dopo il sacerdote, ma solo al termine della messa? Quanto all’ars celebrandi, come non ricordare gli sbadigli e le strane mimiche del volto assunte dal presbitero rivolto verso il tabernacolo? Gli abusi c’erano dunque anche prima, quando regnava il rubricismo che richiedeva una materialità di esecuzione di segni, azioni, parole, mentre trascurava la forma di questa stessa esecuzione.

 

E oggi? Ci sono certamente abusi liturgici, alcuni anche vistosi, ma a mio avviso non sono solo quelli di cui si lamenta chi si ritiene tradizionalista. Certo l’eucaristia celebrata su un materassino in mare, quella con chi la presiede in costume da bagno e stola, quella con laici all’altare come concelebranti è pura follia. Ma perché nessuno dice nulla e non protesta quando, in occasione dei convegni ecclesiali diocesani o anche nazionali, non si celebra più la liturgia delle Ore, che è preghiera della chiesa, ma si architettano liturgie che sembrano dei veri e propri show? Perché anche nelle assemblee dei religiosi non si prega con la liturgia delle Ore, ma piuttosto con dei collages di testi diversi, magari accompagnati da supporti audiovisivi e da commenti di tipo emozionale? Perché si permette che davanti al vecchio altare tridentino, abbandonato per celebrare sul nuovo altare, si collochi la cattedra episcopale o la sede presidenziale, il cui schienale oscura il tabernacolo, che nello splendore del suo oro sovente sembra un’aureola posta dietro al celebrante? O perché si installa, sempre davanti all’altare, il coro dei cantori che accompagna la messa? Che senso ha la recita da parte di attori, o addirittura la danza in luogo del Salmo responsoriale? E perché si autorizza che in occasione dei funerali l’oratio fidelium si trasformi in preghiere rivolte al morto (e non a Dio!), inframmezzate da ricordi, elogi, invocazioni strappalacrime?

 

Sì, gli abusi liturgici esistono oggi come esistevano ieri; anzi, oggi alcuni appaiono ancora più grotteschi, come il fatto che la bellezza degli abiti liturgici sia scambiata con lo sfarzo di pizzi e merletti propri delle corti imperiali… Più che mai è dunque richiesta vigilanza sulla liturgia da parte di chi è incaricato di vigilare; ma è necessario anche il discernimento, perché abusi ed errori liturgici finiscono per offendere sia il messaggio cristiano, sia lo stile con cui deve essere espresso!

 

In ogni caso, non si dovrebbe fare della liturgia, e in particolar modo dell’eucaristia, un’occasione di divisione e di contrapposizione nella chiesa. È triste constatare che il signum unitatis per eccellenza voluto dal Signore oggi è diventato causa di polemica, di accuse gli uni contro gli altri all’interno della chiesa. Così, se ieri l’eucaristia mostrava la divisione tra le chiese, oggi crea la divisione all’interno della stessa chiesa cattolica.