Il Blog di Enzo Bianchi

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​Fondatore della comunità di Bose

Commento al Compendio del Catechismo - 53

25/08/2013 01:00

ENZO BIANCHI

Riviste 2013,

Commento al Compendio del Catechismo - 53

Famiglia Cristiana

Pubblicato su: Famiglia Cristiana, 25 agosto 2013


Rubrica di ENZO BIANCHI


L’ultima invocazione del Padre nostro chiede la liberazione dal male o dal Maligno: entrambe le traduzioni sono possibili

Perché concludiamo domandando: “Ma liberaci dal Male”? 

 

Il Male indica la persona di Satana, che si oppone a Dio e che è “il seduttore di tutta la terra” (Ap12,9). La vittoria sul diavolo è già conseguita da Cristo. Ma noi preghiamo affinché la famiglia umana sia liberata da Satana e dalle sue opere. Domandiamo anche il dono prezioso della pace e la grazia dell’attesa perseverante della venuta di Cristo, che ci libererà definitivamente dal Maligno.

 

(Commento al COMPENDIO AL CATECHISMO su "Il Padre Nostro" 597) 

 

L’ultima invocazione del Padre nostro chiede la liberazione dal male o dal Maligno: entrambe le traduzioni sono possibili, anche se la frequenza con cui il male appare personificato nei vangeli fa propendere per la seconda. Il nostro Dio è un Dio Salvatore, che salva e libera, dunque ha il potere di liberarci dal Maligno. Quante volte nei Salmi sale dal cuore dei credenti un grido: “Liberami, Signore, per il tuo amore” (Sal 6,5); “Liberami, Signore, da chi mi perseguita” (Sal 7,2)…

 

Ma la liberazione delle liberazioni è quella dal male, dalle opere del Maligno, che causano sempre sofferenza e morte. Ora, se è vero che all’esistenza di Dio occorre credere, non c’è invece bisogno di credere al diavolo, perché si tratta semplicemente di riconoscerlo operante nella nostra vita: Dio lo crediamo, il Maligno lo sperimentiamo! Secondo il Nuovo Testamento il diavolo è una presenza potente, che seduce e opprime quanti, accogliendo le sue suggestioni, possono diventare addirittura “figli del Maligno” (Mt 13,38). Egli genera figli e sudditi, è colui che sradica dal cuore la Parola che Dio semina (cf. Mc 4,15 e par.), è “omicida fin dal principio” (Gv 8,44), è colui che scaglia verso i credenti frecce infiammate (cf. Ef 6,16). Dio è il Padre buono e dà la vita, ma di fronte a lui c’è il Maligno che tenta di dare la morte, che “come leone ruggente si aggira cercando una preda da divorare” (1Pt 5,8). Ecco allora farsi strada l’invocazione: “Liberaci dal Maligno!”.

 

Anche in questo caso la nostra preghiera si innesta in quella di Gesù, il quale ci precede: questa è la nostra consolazione e la nostra forza. Egli infatti ha pregato: “Padre, non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal Maligno” (Gv 17,15); e come ha pregato per Pietro: “Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno” (Lc 22,31-32), così fa anche per noi. Sì, Gesù combatte nella nostra lotta contro il demonio; è lui che possiamo invocare con fiducia: “Nella mia lotta sii tu a lottare!” (Sal 43,1; 119,154)…

 

Gesù è sceso fino agli inferi (cf. 1Pt 3,19), là dove Satana colpisce con maggior forza, per abbracciarci e mettere il nostro grido nella sua preghiera al Padre. “Il principe di questo mondo” (cf. Gv 12,31; 14,30; 16,11) è all’opera, ma noi sappiamo che ormai è stato sconfitto da Gesù (cf. Lc 10,18; Gv 12,31); egli fa ancora guerra ai figli della chiesa, ma nella nostra lotta possiamo sentire rivolte a noi le parole di Gesù: “Nel mondo avete tribolazione, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33). La nostra speranza è quella di poter ascoltare un giorno le parole che il discepolo amato rivolge alla sua comunità: “Scrivo a voi, perché avete vinto il Maligno” (1Gv 2,13). Al seguito di Cristo anche noi possiamo vincerlo, già ora e poi per la vita eterna!