Pubblicato su: Famiglia Cristiana - 2 giugno 2013
Commento di ENZO BIANCHI
Papa Francesco ci esorta a cercare e trovare un linguaggio
La lingua dello Spirito, la lingua del vangelo è la lingua della comunione, che invita a superare chiusure e indifferenze, divisioni e contrapposizioni.
Dopo aver messo in guardia contro pettegolezzi e parole vane che minano la comunione ecclesiale, papa Francesco rilegge la discesa dello Spirito nella Pentecoste come dono che ci insegna a parlare la lingua della comunione. Quante volte abbiamo dovuto constatare con amarezza anche all’interno della chiesa un uso fratricida della parola, un offendere il fratello con calunnie e insinuazioni! Non così è la lingua dello Spirito: una lingua capace di farsi intendere da tutti e di narrare le meraviglie di Dio, ma anche di annunciare con parresia, con franchezza e sincerità le esigenze del Vangelo e di fustigare ogni atteggiamento di divisione.
Come non ricordare le invettive della Lettera di Giacomo contro maldicenze e veleni (cf. Gc 3,5-8)? Sta a noi fare delle nostre parole un veicolo del “mondo di iniquità” oppure un balsamo per le ferite del fratello. “Incapacità di comprendersi, rivalità, invidie, egoismo” possono essere superati solo ridando alle nostre parole la loro qualità di eco del Vangelo.
Papa Francesco ci esorta a cercare e trovare un linguaggio sempre più conforme al linguaggio di Gesù: un linguaggio che fa, anche di parole dure, uno strumento per chiamare a conversione, per narrare la misericordia del Signore, per ritrovare la qualità umana dei nostri rapporti quotidiani e la nostra vocazione alla comunione.