Il Blog di Enzo Bianchi

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​Fondatore della comunità di Bose

Commento al Compendio del Catechismo - 39

19/05/2013 01:00

ENZO BIANCHI

Riviste 2013,

Commento al Compendio del Catechismo - 39

Famiglia Cristiana

Pubblicato su: Famiglia Cristiana - 19 maggio 2013


di ENZO BIANCHI


Sì, l’immagine di Dio ce l’ha data Dio stesso, e tale immagine è l’uomo Gesù Cristo, “l’immagine del Dio invisibile” (Col 1,15), la buona notizia definitiva per tutti gli uomini.

Qual è il posto del Padre nostro nelle Scritture? 


Il Padre Nostro è “la sintesi di tutto il Vangelo” (Tertulliano), “la preghiera perfettissima” (san Tommaso d’Aquino). Situato al centro del Discorso della Montagna (Mt 5-7), riprende sotto forma di preghiera il contenuto essenziale del vangelo.

 

(Compendio al catechismo n° 579) 

 

Perché viene chiamato “la preghiera del Signore”? 


Il Padre Nostroè chiamato “orazione domenicale”, cioè “la preghiera del Signore”, perché ci è stato insegnato dallo stesso Signore Gesù. 

 

(Compendio al catechismo n° 580)

 

Il Padre nostro è collocato al cuore del Discorso della Montagna (cf. Mt 5-7), il primo grande discorso di Gesù nel vangelo secondo Matteo, aperto dalle beatitudini (cf. Mt 5,1-12). Subito dopo aver messo in guardia i discepoli da due rischi connessi alla preghiera – il pregare per farsi vedere, al modo degli ipocriti, e lo spreco di parole (cf. Mt 6,5-8) –, Gesù consegna loro quella che è la sua preghiera per eccellenza, dunque “l’orazione domenicale”, ossia la preghiera del Signore.

 

Questa orazione è veramente “la sintesi di tutto il vangelo”, secondo la fortunata definizione di Tertulliano. In essa, infatti, c’è l’espressione piena della vita spirituale di Gesù; c’è una traccia della sua preghiera testimoniata nei vangeli; c’è la sua fede vissuta in un rapporto particolarissimo con il Padre; c’è la sua attesa del Regno; c’è la sua vita quotidiana segnata dalla semplicità e dalla condivisione; c’è il suo annuncio della remissione dei peccati; ci sono la sua conoscenza di Dio e del mondo, la sua partecipazione alla vita fraterna, la sua esperienza della lotta contro il male…

 

Si legge nella versione più ampia del Catechismo: “Tutte le Scritture (la Legge, i Profeti e i Salmi) sono compiute in Cristo (cf. Lc 24,44). Il Vangelo è questa ‘Lieta notizia’ … Ebbene, la preghiera del Padre nostro è al centro di questo annuncio. È in questo contesto che si illumina ogni domanda della preghiera lasciataci dal Signore” (CCC 2763). Affermare il compimento delle Scritture in Cristo e nel suo Vangelo è di un’importanza capitale per la vita cristiana. Significa infatti riconoscere che con tutta la sua esistenza Gesù ha reso Dio, una volta per sempre, buona notizia, perché egli è stato in prima persona esegesi vivente di Dio (cf. Gv 1,18: exeghésato) attraverso le sue azioni e le sue parole. Ciò che Gesù ha detto e fatto è stato il racconto ultimo del volto di Dio, mentre ciò che di Dio Gesù non ha narrato, non ci è lecito proiettarlo su Dio stesso, anche se è sempre forte la tentazione di colmare i silenzi di Gesù con le nostre parole…

 

Sì, l’immagine di Dio ce l’ha data Dio stesso, e tale immagine è l’uomo Gesù Cristo, “l’immagine del Dio invisibile” (Col 1,15), la buona notizia definitiva per tutti gli uomini. Gesù Cristo è il Vangelo e il Vangelo è Gesù Cristo: il Padre nostro ci insegna questa verità mediante una sintesi estremamente efficace.