Il Blog di Enzo Bianchi

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​Fondatore della comunità di Bose

Gesù Cristo firmato Benedetto

14/04/2007 00:00

ENZO BIANCHI

Quotidiani 2007,

Gesù Cristo firmato Benedetto

La Stampa

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14 aprile 2007

di Enzo Bianchi

Il libro di Benedetto XVI si annuncia come il testo di un credente che cerca di tracciare il volto di Gesù in obbedienza alle Scritture

 

La Stampa, 14 aprile 2007

 

“Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch’io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teofilo, perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto”. Così si apre il vangelo di Luca, e questo stesso atteggiamento pare aver dettato a Benedetto XVI l’idea e l’impostazione del suo volume sulla vita pubblica di Gesù, dal battesimo nel Giordano fino al monte della Trasfigurazione. In questi ultimi decenni, infatti, si sono moltiplicati i libri su Gesù, scritti da storici, esegeti, teologi di tutto il mondo: libri che cercano di scoprirlo e di leggerlo nella sua identità umana e di comprendere come sia nata e cresciuta la comprensione della sua figura caratterizzata al contempo da chiarezza e da mistero.

 

Benedetto XVI, proprio perché questa ricerca ha dato finora esiti diversi e sovente discordi e perché più recentemente è stata anche attraversata da testi di grande successo editoriale basati su testi apocrifi o su ipotesi fantasiose, ha voluto fornire un orientamento autorevole – anche se da lui stesso definito aperto a critiche e discussioni – a quanti, dentro e fuori la chiesa, desiderano conoscere maggiormente Gesù di Nazaret a partire da una lettura di fede.

 

Gesù chi era? Un uomo di un luogo e di un tempo ben precisi, un ebreo, meglio un galileo che ha vissuto e agito nella storia, in mezzo agli uomini, ma la sua identità viene dalla fede, anche se non è in contraddizione con la sua esistenza terrena. Di lui abbiamo testimonianze, racconti, raccolte di parole, ma quasi tutte – a parte Plinio e Giuseppe Flavio – risalenti a coloro che sono stati suoi discepoli, o a coloro che avevano aderito alla sua “buona notizia”, riconoscendo in lui non solo un uomo tra molti, ma innanzitutto un uomo giusto, un profeta, il Messia unto da Dio, il Figlio dell’Uomo e il Figlio di Dio.

 

Gli aspetti del libro di Benedetto XVI che hanno fatto più scalpore nei lanci di agenzia sono in realtà ipotesi o acquisizioni dell’esegesi recente abbastanza condivise. Più “nuova” per molti può apparire l’ipotesi che Gesù sia stato vicino al movimento di Qumran o degli Esseni, come d’altronde il suo “precursore” Giovanni il Battista. E’ vero che in questi ultimi decenni, a volte in nome di un curioso ecumenismo, si è preferito, anche in documenti ufficiali cattolici, affermare che Gesù era familiare al movimento dei farisei. In realtà le vicinanze con Qumran hanno maggiori elementi di suffragio, anche se restano tuttora a livello di ipotesi. Ed è anche vero che Gesù, ebreo, “figlio di Israele”, è andato oltre il giudaismo; anzi, lo ha trasceso operando alcune rotture rispetto al tempio, alla terra, alla famiglia: rotture che gli sono costate l’ostilità e la consegna all’occupante romano che ne ha decretato la condanna a morte.

 

Il libro di Benedetto XVI si annuncia come il testo di un credente che cerca di tracciare il volto di Gesù in obbedienza alle Scritture e alla grande tradizione della Chiesa, un libro che nasce dalla fede cattolica e che vuole affermare che la verità è una persona: Gesù di Nazaret.

 

Enzo Bianchi

 

 

 

Pubblicato su: La Stampa