Il Blog di Enzo Bianchi

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​Fondatore della comunità di Bose

Liturgia domestica per il Venerdì santo. Memoria della passione e morte di Gesù

10/04/2020 01:00

ENZO BIANCHI

Testi,

Liturgia domestica per il Venerdì santo. Memoria della passione e morte di Gesù

Cari amici e ospiti, non potendo partecipare alla liturgia della croce celebrata nelle comunità cristiane, pensando a voi che vivete in famiglia ...

Cari amici e ospiti,

non potendo partecipare alla liturgia della croce celebrata nelle comunità cristiane, pensando a voi che vivete in famiglia o in convivenza o anche da soli, vi offriamo una liturgia della croce semplice, che voi potete celebrare in casa in forza del vostro essere popolo e regno di Dio, uomini e donne santificati nel Battesimo, sacerdoti di Dio e del Signore nostro Gesù Cristo (cf. Ap 5,9-10). Così farete memoria della passione e morte del Signore, e nella Parola ascoltata e accolta troverete il cibo di vita eterna necessario nel cammino verso la Gerusalemme del cielo.

Liturgia del Monastero di Bose – 10/04/2020

 

a cura di Enzo Bianchi

 

Liturgia domestica per il Venerdì santo

Memoria della passione e morte di Gesù

 

In una stanza dove c’è spazio per tutta la famiglia o la convivenza, ci si dispone

attorno a un tavolo o rivolti a un crocifisso posto in un luogo conveniente.

Un’icona di Cristo, un lume o una candela accesa, una Bibbia aperta

possono aiutarvi nella vostra preghiera.

Nella famiglia o nella convivenza sarà designato

chi guida la preghiera: G.

il lettore della pagina biblica: L.

tutti gli altri: T.

 

PREGHIERA COMUNE

 

G. Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo.

T. Amen

G. In comunione con tutti i cristiani che in questo giorno

fanno memoria della morte di Gesù Cristo

e adorano il mistero della nostra salvezza,

anche noi preghiamo, ascoltiamo la parola di Dio

e davanti a Cristo crocifisso

intercediamo per tutta l’umanità e tutta la creazione.

Preghiamo ora con il salmo 2.

 

Ci si alterna leggendo G. un versetto e T. il versetto seguente.

Oppure L. un versetto e T. il versetto seguente.

 

Salmo 2

¹  Perché sono in rivolta le genti

    e i popoli tramano invano?

²  i re della terra insorgono

    i potenti congiurano insieme

    contro il Signore e il suo Messia:

³  «Spezziamo le loro catene

    gettiamo via il loro giogo!».

  Colui che abita i cieli se ne ride

    di loro si prende gioco il Signore

  poi parla loro nella sua ira

    li spaventa nel suo furore:

  «Io stesso ho unto il mio Re Messia

    su Sion, il monte del mio Santo».

  Io proclamo il decreto del Signore:

    E gli mi ha detto: «Tu sei mio Figlio

    io oggi ti ho generato,

  chiedi a me, ti darò in possesso le genti

    in dominio le terre più lontane

  le spezzerai con scettro di ferro

    le frantumerai come cocci di argilla».

¹⁰ Siate saggi, dunque, o governanti

    lasciatevi correggere, giudici della terra

¹¹ servite il Signore con timore

    ed esultate in lui con tremore.

¹² Date il bacio al Figlio perché non si adiri

    e voi non perdiate la via

    in un attimo divampa la sua ira:

    beati quelli che si rifugiano in lui.

 

G. Ascoltiamo ora la profezia di Isaia sul Servo del Signore

 

L. Profezia di Isaia (52,13-53,12):

 

¹³ Ecco, il mio servo avrà successo,

    sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente.

¹⁴  Come molti si stupirono di lui

     – tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto

     e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo –,

¹⁵  così si meraviglieranno di lui molte nazioni;

     i re davanti a lui si chiuderanno la bocca,

     poiché vedranno un fatto mai a essi raccontato

     e comprenderanno ciò che mai avevano udito.

Cap.53

¹   Chi avrebbe creduto al nostro annuncio?

     A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?

²   È cresciuto come un virgulto davanti a lui

     e come una radice in terra arida.

     Non ha apparenza né bellezza

     per attirare i nostri sguardi,

     non splendore per poterci piacere.

³   Disprezzato e reietto dagli uomini,

     uomo dei dolori che ben conosce il patire,

     come uno davanti al quale ci si copre la faccia;

     era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.

⁴   Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,

     si è addossato i nostri dolori;

     e noi lo giudicavamo castigato,

     percosso da Dio e umiliato.

⁵   Egli è stato trafitto per le nostre colpe,

     schiacciato per le nostre iniquità.

     Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;

     per le sue piaghe noi siamo stati guariti.

   Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,

     ognuno di noi seguiva la sua strada;

     il Signore fece ricadere su di lui

     l’iniquità di noi tutti.

    Maltrattato, si lasciò umiliare

     e non aprì la sua bocca;

     era come agnello condotto al macello,

     come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,

     e non aprì la sua bocca.

⁸   Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;

     chi si affligge per la sua posterità?

     Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,

     per la colpa del mio popolo fu percosso a morte.

    Gli si diede sepoltura con gli empi,

     con il ricco fu il suo tumulo,

     sebbene non avesse commesso violenza

     né vi fosse inganno nella sua bocca.

¹⁰  Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.

     Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,

     vedrà una discendenza, vivrà a lungo,

     si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.

¹¹  Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce

     e si sazierà della sua conoscenza;

     il giusto mio servo giustificherà molti,

     egli si addosserà le loro iniquità.

¹²  Perciò io gli darò in premio le moltitudini,

     dei potenti egli farà bottino,

     perché ha spogliato se stesso fino alla morte

     ed è stato annoverato fra gli empi,

     mentre egli portava il peccato di molti

     e intercedeva per i colpevoli.

 

Parola di Dio.

T. Rendiamo grazie a Dio.

G. Preghiamo ora con il salmo 117, leggendolo tutti insieme:

 

¹ Lodate il Signore, genti tutte

   terre tutte, cantate la sua lode.

² È forte il suo amore per noi

   la fedeltà del Signore è per sempre.

 

G. Ascoltiamo ora il Vangelo della Passione di Gesù

L. Dal Vangelo secondo Giovanni (18,1-19,37):

 

Si può leggere tutta la pericope come si fa nelle chiese (Gv 18,1-19,37)

oppure il testo della morte di Gesù (Gv 19,17-37), evidenziato.

 

Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?». Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo».

Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.

Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote. Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.

Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire. Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venutonel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.

Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.

Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!».

Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio». All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande». Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui  altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».

I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice:

 

Si sono divisi tra loro le mie vesti

e sulla mia tunica hanno gettato la sorte.

 

E i soldati fecero così. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

 

Parola del Signore.

T. Lode a te o Cristo.

 

Silenzio di meditazione.

 

PREGHIERA UNIVERSALE

 

G. Fratelli e sorelle,

in questo giorno in cui Cristo ha sofferto

e dall’alto della croce

ha steso le braccia su tutto l’universo,

preghiamo Dio Padre

per mezzo di suo Figlio,

mossi dallo Spirito santo.

 

℟. Kyrie, eleison!

 

per la chiesa:

 

G. Preghiamo per la chiesa di Dio,

comunione di santi e solidarietà di peccatori,

affinché il Signore le conceda pace e unità:

 

L. Signore Dio,

che in Cristo hai rivelato

la tua gloria a tutte le genti,

custodisci l’opera del tuo amore:

la chiesa diffusa su tutta la terra

perseveri nella carità e nella fede

per confessare il tuo santo Nome.  

Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

 

℟. Kyrie, eleison!

 

per coloro che presiedono le chiese:

 

G. Preghiamo per il vescovo di Roma, il papa... (N.),

che presiede la chiesa nella carità,

per tutti i vescovi, i presbiteri, i diaconi

e per quanti svolgono il servizio di comunione

nelle diverse comunità:

 

L. Signore Dio,

che ci hai donato tuo Figlio

come Pastore dei pastori,

concedi a coloro che presiedono

di essere saldi nella fede

e di saper confermare i fratelli

nella pazienza e nella misericordia:

per il dono della tua grazia

ciascuno ti serva fedelmente nella verità,

affinché noi siamo guidati fino a te.

Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

 

℟. Kyrie, eleison!

 

per l’unità delle chiese:

 

G. Preghiamo per i nostri fratelli che credono in Cristo,

perché il Signore, conformando la loro vita alla verità,

li riunisca e li conservi nell’unità della sua santa chiesa:

L. Signore Dio,

nella vigilia della sua passione

tuo Figlio ha pregato per l’unità

di quanti credono nel suo Nome:

guarda al tuo gregge

santificato in un solo battesimo

e riuniscilo nella pienezza di una sola fede

attraverso il vincolo della carità.

Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

 

℟. Kyrie, eleison!

 

per gli uomini che credono in Dio:

 

G. Preghiamo per tutti gli uomini che credono in Dio,

perché illuminati dallo Spirito santo

continuino a cercarlo e giungano a conoscerlo:

 

L. Signore Dio,

che ti lasci trovare da chi ti cerca,

fa’ che quanti credono in te,

ma non conoscono tuo Figlio Gesù Cristo,

giungano alla conoscenza della verità

camminando alla tua presenza in sincerità di cuore:

i doni della tua creazione

ravvivino sempre la loro fede in te

e la loro ricerca del tuo volto di misericordia e di amore.

Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

 

℟. Kyrie, eleison!

 

per gli uomini che non credono in Dio:

 

G. Preghiamo per gli uomini che non credono in Dio,

perché obbedendo alla loro coscienza

e vivendo nell’amore

siano graditi al Creatore

e giungano alla conoscenza del Dio vivente e vero:

L. Signore Dio,

che hai messo nel cuore degli uomini

il desiderio di cercare te,

fa’ che ciascuno di loro,

nonostante l’opacità di questo mondo,

possa discernere

nella bellezza e nella bontà della creazione

i segni della tua presenza

e giunga a credere

nell’amore più forte della morte.

Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

 

℟. Kyrie, eleison!

 

per i governanti:

 

G. Preghiamo per tutti i governanti,

affinché il Signore nostro Dio

illumini la loro mente e il loro cuore

a cercare il bene comune

nella libertà, nella riconciliazione e nella pace:

 

L. Signore Dio,

nelle tue mani sono le speranze degli uomini

e i diritti di ogni popolo:

assisti con la tua sapienza coloro che ci governano,

perché siano ministri di giustizia

e sappiano affermare la dignità,

la libertà e la pace per tutti gli uomini.

Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

 

℟. Kyrie, eleison!

 

per la creazione:

 

G. Preghiamo per tutta la creazione

che geme e soffre le doglie del parto,

affinché il Signore, che non disprezza

ma ama quanto ha creato,

la faccia partecipare alla salvezza:

 

L. Signore Dio,

che vuoi ricapitolare tutte le cose in Cristo tuo Figlio,

concedici la sapienza per custodire

la creazione che tu ci hai affidato,

affinché, fatti voce di ogni creatura animata e inanimata,

possiamo lodarti quale redentore dell’universo,

che prepari cieli nuovi e terra nuova nel tuo regno eterno.

Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

 

℟. Kyrie, eleison!

 

per gli uomini che soffrono:

 

G. Preghiamo per tutti quelli che soffrono,

perché Dio Padre onnipotente

attraverso lo Spirito santo

effuso nel cuore degli uomini

spenga ogni violenza nel mondo,

ci liberi dal male dell’epidemia,

estingua la fame,

renda la libertà ai prigionieri

e la giustizia agli oppressi,

conceda il ritorno ai lontani da casa,

la salute ai malati, la forza agli anziani,

la consolazione ai morenti:

L. Signore Dio,

consolazione di chi piange

e sostegno di chi è oppresso,

ascolta il grido dell’umanità afflitta

da molte sofferenze

e rendici attenti a coloro che sono nel dolore,

affinché tutti si rallegrino

di trovare nelle loro necessità

il soccorso della tua misericordia e l’aiuto dei fratelli.

Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

 

℟. Kyrie, eleison!

 

per i morti:

 

G. Preghiamo per tutti coloro che sono morti

nella pace o nel tormento,

nella fede o nel dubbio,

nella luce o nella tenebra,

e preghiamo per quanti si sono tolti la vita,

affinché il Signore nostro Dio

copra tutti con la sua misericordia

e li introduca nel suo regno di vita e di luce:

 

L. Signore Dio,

tu solo conosci i pensieri e i cuori degli uomini

e giudichi nella tua infinita misericordia le loro azioni:

fa’ splendere il tuo volto su tutti i morti,

asciuga ogni lacrima dai loro occhi

e accoglili con te nel tuo regno,

dove non c’è più morte, né dolore, né pianto,

ma pienezza di vita e di amore.

Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

 

℟. Kyrie, eleison!

 

Padre nostro che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà

come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

e rimetti a noi i nostri debiti

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male.

Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli.

 

G. Preghiamo:

Guarda, Signore,

all’umanità e a tutta la creazione

che gemono e soffrono

in attesa della liberazione da ogni male

e concedi loro, nella comunione di tuo Figlio crocifisso,

di vivere della tua consolazione

nella speranza del tuo Regno.

Per Cristo nostro Signore

T. Amen.