Il Blog di Enzo Bianchi

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​Fondatore della comunità di Bose

In una chiesa abbandonata si ritrova la Chiesa

05/05/2021 00:00

Tomaso Montanari

Testi di Amici 2021,

In una chiesa abbandonata si ritrova la Chiesa

Tomaso Montanari

di Tomaso Montanari

Gesù disse loro: "Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; / dal Signore è stato fatto questo / ed è mirabile agli occhi nostri?"» (Matteo, 21, 42).

 

È così che dovremmo vedere le nostre antiche chiese ormai sconsacrate, e abbandonate: guardandole attraverso il Vangelo.

 

Ci sconcerta vederle vuote, abbandonate, sconfitte, piegate ad altri usi. Ma potrebbe essere una provvidenziale via di fuga dall'istituzionalizzazione della "religione" cristiana, dalla sua consustanziale unità con la struttura del mondo occidentale.

 

Come ha mostrato, con accenti profetici, Ivan Illich, molti degli aspetti più anti-evangelici del nostro mondo sono frutto di una corruzione del Vangelo: corruptio optimi, pessima. La spersonalizzazione, la disincarnazione, la trasformazione del "bene" in "valore", l'organizzazione seriale e impersonale della cura e della scuola, la criminalizzazione delle "devianze" (cioè del peccato) si possono leggere come altrettanti stravolgimenti, storicamente sedimentati ed esplosi negli ultimi decenni, del messaggio evangelico.

 

Ebbene, le nostre antiche chiese ormai senza liturgia possono essere luoghi in cui la Chiesa scopre se stessa e si mostra, non come struttura di potere, ma come dono: e come dono rifiutato (proprio come Lui). La maestà dell'architettura, lo splendore delle suppellettili, la vertigine dell'arte parlano di una potenza perduta: svelano luoghi di potere divenuti luoghi bisognosi di aiuto.

 

A chiedere asilo nei nostri cuori sono oggi i monumenti che un tempo davano asilo. Immagini della nudità di una Chiesa messa finalmente in condizione di essere fedele al suo Signore. In queste antiche chiese sconfitte e umiliate, una Chiesa sconfitta può contraddire i paradigmi dominanti di un pensiero che ha fagocitato e stravolto il suo Vangelo. Può far capire che esiste un legame — fisico, corporeo — tra le generazioni: tra il passato, il presente e il tempo senza fine.

 

Luoghi da aprire a tutti, luoghi in cui ormai andare oltre le rassicuranti (in verità, non molto) riunioni tra cattolici, incontrando senza vincoli «l'altro uomo, che ti è estraneo culturalmente, che ti è straniero linguisticamente e che — per volontà della provvidenza, o per puro caso — giace da qualche parte nell'erba sulla tua strada: e creare la suprema forma di vicinanza, non già data dalla creazione, ma creata da te» (Ivan Illich, I fiumi a nord del futuro. Testamento raccolto da David Cayley, Quodlibet, 2009).