I cristiani non hanno altari come i pagani ma solo la tavola della mensa del Signore
Quindici specialisti di fama internazionale presentano gli studi più recenti sull’altare in campo biblico, storico, liturgico, teologico, architettonico e artistico. Al centro di convegni a Bose (il primo nel 2003, l’ultimo nel 2019), questo spazio è oggetto di “rievangelizzazione”.
La Stampa - Tuttolibri - 03 luglio 2021
di Enzo Bianchi
L’altare è il centro dello spazio liturgico di una chiesa come Gesù Cristo è il centro del cristianesimo. Per questo, gli studi e le ricerche sull’altare sono ininterrotti e in continua evoluzione come attesta il volume L’altare. Recenti acquisizioni, nuove problematiche (edizioni Qiqajon, 2021), atti del XVII Convegno internazionale di liturgia, architettura e arte tenutosi a Bose nel 2019. Quindici specialisti di fama internazionale che presentano i più recenti acquisizioni nelle ricerche scientifiche sull’altare in campo biblico, storico, liturgico, teologico, architettonico e artistico. Biblisti e patrologi come Martin Ebner e Francesco Pieri, storici dell’arte medioevale come Manuela Gianandrea e Elisabetta Scirocco, di arte barocca come Luca Roselli, Claudio Varagnoli, Gianmario Guidarelli, teologi e liturgisti come Dominik Jurczach, Bert Daelemans, Albert Gerhards, Giuliano Zanchi, ed architetti quali Ignacio Vicens Hualde e Jean-Marie Duthilleul.
L’altare fu il tema del primo Convegno internazionale di Bose nel 2003 e, non a caso, è stato il tema della sua ultima edizione. Infatti, trascorsi più di quindici anni, il comitato scientifico da me presieduto ha sentito il bisogno di ritornare a questo tema, innanzitutto a causa di attuali realizzazioni di altari che destano domande e possono lasciare perplessi, ma anche per presentare le più recenti acquisizioni storiografiche, affrontare le nuove e diverse problematiche e giungere a proposizioni che emergono in questa situazione di grande mutamento della vita dei cristiani e delle chiese. Questo volume mostra come oggi, avendo ormai vissuto per più di cinquant’anni la riforma liturgica voluta dal Vaticano II, siamo in grado di tentare una lettura dell’altare più “evangelica”, cioè più conforme all’annuncio della buona notizia fatta da Gesù Cristo, vissuta dagli apostoli e dalla chiesa nascente.
E’ ben noto infatti che primi cristiani si vantavano di non avere altari, a differenza dei giudei o dei pagani come attestato dalla letteratura cristiana antica: “[I cristiani] non hanno altari né templi” (Minucio Felice, Ottavio 10); “Noi ci rifiutiamo di costruire templi e altari, … perché i nostri corpi sono tempio di Dio” (Origene, Contro Celso VIII,19); “Non edifichiamo né altari né are (Arnobio, Contro i pagani VI,1,1). Per questo, le ricerche che il volume curato dal monaco di Bose Goffredo Boselli raccoglie, scaturiscono dalla irriducibile specificità dell’altare cristiano e dalla sua gestione critica, e ciò suppone che esso sia costantemente evangelizzato.
Come ho affermato nella mia prolusione al convegno, anch’essa pubblicata in questo volume, i cristiani non hanno altari ma hanno la tavola del Signore, che solo a partire dal III e IV secolo sarà chiamata altare in quanto luogo del memoriale del sacrificio. Questa comprensione dell’altare come tavola del Signore è dunque insopprimibile e il ritorno all’altare come tavola o mensa eucaristica voluto dal concilio non è solo legittimo, ma è un rinnovamento di una prassi attestata nel primo millennio e una riacquisizione del significato originario generato dalla cena del Signore. Non temo di affermare che vi è stata una rievangelizzazione dell’altare, spesso ridotto a una mensola del tabernacolo, a un reliquiario o a una pala iconostatica. Primo compito dell’altare cristiano è dunque quello di essere una predisposizione alla narrazione liturgica eucaristica, tavola eucaristica, mensa del convito festivo in cui la chiesa si nutre del corpo e del sangue di Cristo.
Questo libro conclude la collana composta da diciassette volumi dedicati ai temi principali dello spazio liturgico cristiano, della cosiddetta architettura sacra e del rapporto tra arte e liturgia. Gli annuali convegni internazionali di Bose sono stati dal 2003 al 2019 luogo di riflessione e di formazione circa il rapporto tra liturgia, architettura e arte. Da me voluti e ideati insieme a Giancarlo Santi sono stati tempo di incontro, di confronto e di scambio tra esperienze provenienti da nazioni e aree culturali diverse. Grazie ai partecipanti provenienti da tutta Europa e da paesi dell’America, questi convegni sono stati un vero e proprio laboratorio di idee, spazio di ricerca storica, teologica e architettonica in vista di un’apertura sapiente e meditata per rinnovate forme di spazi liturgici adeguati all’oggi della fede. Pur cambiando denominazione e sede, questi convegni internazionali dedicati al rapporto tra liturgia, architettura e arte continueranno presto in un contesto prestigioso, avvalendosi della collaborazione e del contributo dei più autorevoli studiosi.