Il Blog di Enzo Bianchi

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​Fondatore della comunità di Bose

Il piccolo gregge e la cittadella

12/06/2023 15:00

ENZO BIANCHI

Quotidiani 2023,

Il piccolo gregge e la cittadella

La Repubblica

La Repubblica - 12 Giugno 2023

 

di Enzo Bianchi

Vent’anni fa il prete teologo e filosofo francese Maurice Bellet, prendendo atto della crisi che minacciava il futuro del cattolicesimo, pubblicava un libro capace di scuotere molti credenti e di porre interrogativi drammatici per la chiesa. Il titolo, La quarta ipotesi, lasciava intuire ciò che Bellet auspicava: una rinascita del cristianesimo, un nuovo inizio che prendesse atto di ciò che sta morendo, di ciò che non ha più una parola convincente nell’oggi della storia. Delle altre ipotesi formulate quella presentata come la più probabile era tuttavia un procedere stanco della fede cristiana con saltuari tentativi di rinnovamento, operazioni di maquillage, che però non sarebbero riusciti ad assicurare un futuro e una propulsione alla chiesa. Bellet intravvedeva anche la possibilità di un’uscita di scena dolce, indolore, della fede cristiana ormai dissolta in cultura, nei valori della società occidentale, in quanto avrebbe esaurito il suo compito e il domani sarebbe rimasto impermeabile, indifferente e insensibile all’annuncio del Vangelo.

            Nel libro di Bellet non compariva però un’altra ipotesi: la riduzione della chiesa a minoranza in diaspora, con forte identità, esposta alla tentazione delle dinamiche settarie: pochi ma zelanti, dispersi ma capaci di una coesa contrapposizione al mondo, combattenti assediati in cittadelle aventi come stile l’affermazione della loro differenza.

            Sono passati vent’anni e si continuano a formulare ipotesi sul futuro del cristianesimo, anche perché la sua crisi si è aggravata in occidente, ma si può constatare che queste si sono ridotte. Sì, ridotte essenzialmente a due: l’ipotesi che appare sempre più seducente – soprattutto in paesi come gli Stati Uniti, e in Europa la Francia – è quella di un cattolicesimo con una forte identità, che dia la precedenza all’identità cattolica rispetto a quella cristiana. Il cattolicesimo, espressione della fede della chiesa romana degli ultimi secoli, va assolutamente recuperato anche perché il tradizionalismo sembra sempre più seducente e vincente in quest’epoca di incertezze. Chi si riconosce in questa tendenza non pensa certo a una “minoranza-piccolo gregge”, una minoranza significativa secondo il Vangelo, una minoranza che sia sale e lievito nella pasta, ma a una cittadella, quella dei “pochi, ma puri e osservanti”. Questa visione non collima certo con l’ipotesi formulata più volte dal Cardinale e poi Papa Ratzinger, che profetizzava sì una chiesa-minoranza, ma presenza ospitale nella compagnia degli uomini e non contro il mondo. Proprio questa visione di Ratzinger, che è molto vicina all’ipotesi caldeggiata da Maurice Bellet, resta attuale proprio perché consente al cristianesimo di ricominciare sempre, di rinascere sempre e di attrarre uomini e donne pellegrini sulle strade di quella speranza che il  Vangelo dischiude.

            Ma, proprio perché le ipotesi si sono ridotte e i cristiani di entrambe le posizioni devono accettare il fatto di essere minoranza nel mondo, occorrerà capacità di discernimento e grande responsabilità: resistere alla tendenza settaria che nutre l’orgoglio e fornisce una forte identità e imparare ogni giorno ad abitare questo mondo con tanta simpatia verso l’umanità, perché tutti fratelli, tutti alla ricerca della vita e della felicità. D’altronde questa quarta ipotesi è la più vicina alla visione della comunità cristiana tratteggiata da Gesù: piccolo gregge che, anche se attorniato da lupi, sceglie e vive la mitezza degli agnelli e non è tentato dall’inimicizia e dalla pretesa di possedere una verità che abbaglia.