Il Blog di Enzo Bianchi

Il Blog di Enzo Bianchi 

​Fondatore della comunità di Bose

Riscoprire il gregoriano

24/11/2023 00:00

ENZO BIANCHI

E il gallo cantò...,

Riscoprire il gregoriano

24/11/2023

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Data la mia età, sovente devo partecipare ai funerali di quanti ho amato o hanno camminato con me e hanno fatto il loro esodo pasquale da questo mondo al Regno. E sempre partecipo con una sofferenza liturgica: la messa è immancabilmente una messa come le altre, più o meno cantata, come quelle della domenica, non c’è in programma una messa dei morti e ogni tanto si intona qualche canto (quasi sempre il cantico di Giobbe) che ci ricorda che si sta celebrando un funerale. È veramente triste che in tutto il post-concilio non si sia stati capaci di comporre una messa dei morti che si distinguesse creando il clima delle esequie. Quindi sarebbe stato opportuno conservare la messa dei morti in gregoriano, cantata fino al 1970 da tutta l’assemblea e popolare, ma la furia iconoclasta nei confronti del latino e del gregoriano ha accecato anche i liturgisti.

          

Personalmente io a Bose ho sempre voluto che si continuasse a cantare il gregoriano, e non solo la messa dei morti per i funerali e per il 2 novembre, ma che si cantassero anche le messe De Angelis e Orbis Factor e gli introiti e le antifone che caratterizzano i tempi liturgici. La comunità e gli ospiti apprezzavano perché percepivano che il vero problema del canto liturgico è la sua bellezza, la sua capacità di far vibrare il cuore in modo che mens concordet voci. Purtroppo il mio successore tra i primi atti di governo ha abolito il canto gregoriano e così anche la comunità di Bose si è appiattita sul “così fanno tutti”. Ma forse questo è il momento in cui le comunità, parrocchiali o religiose che siano, stanno prendendo coscienza dell’analfabetismo musicale di cui soffre la liturgia, della “miseria” di canti che nessuno più sopporta. Per fortuna sono cessate le strimpellate delle chitarre, le strane “canzoni” non dico non cristiane ma neanche capaci di echeggiare un clima religioso non mondano. Dunque può essere l’ora perché nelle parrocchie piccoli gruppi, anche una ridotta Schola Cantorum, portino tutta l’assemblea a cantare il gregoriano, almeno in alcune messe e alcuni introiti e antifone. La gente conoscendo già in italiano ciò che canta in latino lo può comprendere e certo le traduzioni accanto al testo latino sono d’aiuto.

          

Non sono un nostalgico ma sono sempre stato un cultore della bellezza in liturgia che oggi manca proprio e soprattutto di bellezza. Ma se la liturgia non è bella è come la povertà cristiana, che se non è bella è misera, non attrae, non è eloquente e disgusta.

          

In Francia e in tutto il Nord Europa c’è una rinascita del canto gregoriano nelle parrocchie ad opera dei giovani, quelli che sono tornati alla frequenza eucaristica domenicale.

          

Si aprano i cantieri per una rieducazione liturgica soprattutto per dare il giusto peso al canto perché una liturgia non cantata è monca. Certo, possiamo sempre contare sul canto non udibile ma vero degli angeli attorno all’altare, ma anche questa fede a lungo andare può farsi debole se non è accompagnata dal nostro canto, “voce di tutte le creature dell’universo”!