Il Blog di Enzo Bianchi

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​Fondatore della comunità di Bose

Sporcarsi i piedi

29/11/2023 23:00

Tomaso Montanari

Testi di Amici 2023,

Sporcarsi i piedi

di Tomaso Montanari

di Tomaso Montanari*

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«Come sono belli sui monti / i piedi del messaggero che annuncia la pace» (Isaia, 52, 7). In queste settimane è difficile anche solo immaginarla, la forma della pace: tanto sono sfigurati i volti, deformi le parole, di chi incita alla guerra, di chi esalta la violenza, di chi vilipende coloro che chiedono pace.
 

È il ceto intellettuale che dà il peggio di sé.
 

Non è una novità. Poco più di un secolo fa, alla vigilia della Grande guerra, lo scrittore Romain Rolland assisteva attonito alla stessa scena: «L'aspetto più impressionante di questa mostruosa epopea, il fallo senza precedenti, è l'unanimità per la guerra, in tutti i paesi belligeranti. È come un contagio di furore omicida, ...si propaga su tutto il corpo della Terra. A questo contagio, nessuno ha resistito. Non uno degli spiriti liberi è riuscito a sottrarvisi. Su questa mischia di popoli — dalla quale, comunque l'esito volga, l'Europa uscirà mutilata—sembra librarsi un'ironia demoniaca... La ragione, la fede, la poesia, la scienza, tutte le forze dello spirito sono anch'esse irreggimentate, e si mettono, in ogni Stato, al seguito degli eserciti. Nelle aristocrazie intellettuali d'ogni paese, non c'è persona la quale non proclami e non sia convinta che la causa della sua nazione è la causa di Dio, la causa della libertà e del progresso umano». Allora come oggi era difficile annunciare la pace: si era, e si è, trattati da traditori della patria. Come se l'unica vera patria non fosse l'umanità.
 

E, allora, ricordiamolo che la bellezza è una categoria etica almeno quanto è estetica. Sì, sono belli i piedi di chi cammina verso di noi annunciando la pace. Possiamo immaginarci che quei piedi non siano puliti, curati, perfetti: ma anzi stanchi, sporchi, forse gonfi. Piedi veri: come quelli che Jean- Auguste-Dominique Ingres ritrae in questo superbo studio dal vero per poi donarli al suo Omero in apoteosi, in un grande quadro che è una sorta di allegoria della cultura occidentale. Ma noi qua non vogliamo vedere quell'opera complessa e pomposa, quella celebrazione della nostra identità: preferiamo, per una volta, lo studio, l'appunto, l'opera ancillare.
 

Un'opera umile che ritrae ciò che nell'uomo è umile per definizione, a contatto com'è con la terra.
 

Eppure, anche quegli umili piedi stanchi possono essere belli, dimostra Ingres. Lo sono davvero quando sono i piedi di chi non si unisce al terribile coro di amore per la guerra: «Come sono belli sui monti / i piedi del messaggero che annuncia la pace»!

*in “il Venerdì” del 17 novembre 2023
JEAN-AUGUSTE-DOMINIQUE INGRES Studio per l'Apoteosi di Omero: i piedi di Omero Olio su carta incollata su tela, 1825-27. Museo del Louvre Parigi