Nella primavera del 1989 ricevetti una lettera dal cardinale Eduardo Pironio, Presidente del Consiglio dei laici, che mi invitava a nome di Giovanni Paolo II a partecipare al pellegrinaggio della giornata della gioventù che si sarebbe tenuto in quell’anno a Santiago di Compostela. Sarei salito con il Papa sull’aereo e avrei tenuto una relazione a tutti i convenuti e guidato alcuni gruppi di ricerca. Sorpreso e onorato accettai quella proposta e da subito mi dedicai a pensare a un messaggio che potesse raggiungere i giovani dei diversi continenti, un messaggio riguardante l’unica nostra speranza: Gesù Cristo in noi.
Io non conoscevo bene il cardinal Pironio. Solo un incontro voluto dal cardinal Etchegaray mi aveva permesso di discernere un uomo umile, pieno di tenerezza, un uomo di ascolto. Era il momento in cui il nostro vescovo e alcuni vescovi del Piemonte chiedevano una collocazione giuridica della nostra comunità che allora non aveva nessun riconoscimento. Dissi al cardinale, che però conosceva bene la nostra vita, che non volevamo essere annoverati tra i religiosi ma essere riconosciuti come semplici cristiani senza privilegi e senza consacrazioni particolari oltre a quella del battesimo. Ci sentivamo monaci ispirati da san Pacomio, il quale ripeteva al Patriarca di Alessandria, il grande Atanasio: “Noi non siamo che poveri laici!”, e pure ispirati dalle comunità basiliane e dalla dottrina “monastica” del grande padre della chiesa. Anche se ci veniva rivolto l’insistente invito a entrare nell’ordine monastico da parte di P. Ballestrero, vescovo di Torino e nostro responsabile presso la CEP, noi volevamo restare semplici cristiani, come anche Dossetti voleva per la sua comunità!
Eduardo Pironio non solo mi comprese bene ma mi incoraggiò a resistere dicendomi che al Pontificio consiglio stavano studiando il caso di comunità laicali e come attuare con loro una comunione concreta e collaborativa.
Nei mesi successivi in tutta Europa sono comparsi documenti di teologi che denunciavano una certa involuzione della vita ecclesiale e un’interpretazione restrittiva del concilio Vaticano II. Anche in Italia alcuni teologi, esattamente 63 - tra i quali Pino Ruggieri, Giuseppe Alberigo, Giuseppe Barbaglio, Giampiero Bof, Franco Bolgiani, Franco Giulio Brambilla, Giacomo Canobbio, Tullio Citrini, Giannino Piana, Alberto Melloni, Davide Maria Turoldo, Eugenio Costa, Severino Dianich, Roberto Filippini, Maurilio Guasco e il sottoscritto -, hanno firmato il documento destando una certa indignazione della gerarchia vaticana.
Ed ecco dopo una decina di giorni la telefonata del cardinal Pironio che mi chiedeva se potevo recarmi a Roma a incontrarlo. Vi andai in un caldissimo pomeriggio di fine luglio, esattamente a San Callisto, dove mi attendeva alla porta del suo ufficio. Ricordo che mi sorprese la sua talare blu scuro. Entrai e subito mi abbracciò con le lacrime agli occhi restando in silenzio abbracciato. Poi mi disse: “Devo comunicarle una cosa che la rattristerà: non potrà andare con il Papa a Santiago di Compostela. Il segretario della Conferenza episcopale italiana, monsignor Ruini a nome del Presidente, il cardinale Ugo Poletti, mi ha comunicato la sua esclusione perché ha firmato la lettera dei 63 teologi italiani che non è stata ben accetta al Papa e alla curia. Fratello, io non sono d’accordo, ma lei è italiano, rappresentante della chiesa italiana a Santiago e la decisione non spetta a me né al nostro Consiglio”.
Silenzio. “So che ne soffrirà, ma accetti questa umiliazione come quella che ha accettato Gesù il Signore”.
Era commosso, mi abbracciava e faceva di tutto per consolarmi. Poi mi chiese di pregare insieme a lui, conversammo sulla situazione della chiesa, sul rischio di una paura del concilio nella chiesa e sulla necessità di lavorare per l’unità dei cristiani. Sul suo tavolo vidi il libro della liturgia delle ore di Bose, l’ufficio blu, e lui vedendo che l’osservavo mi disse: “Lo uso da anni per la mia preghiera, mi è molto utile e veramente ecumenico”.
Un uomo pieno di fede e di speranza, capace di grande tenerezza, un pastore secondo lo stile di Cristo! Venendo via da San Callisto mi dicevo: “Ho incontrato un santo!”.