In un momento in cui si sente viva la necessità di ancorare la vita spirituale a contenuti sostanziali, queste pagine rappresentano una novità profonda. Esse nascono infatti non solo da un'esperienza personale e comunitaria di robusta matrice biblica, ma riscoprono e ripropongono una realtà troppo trascurata: la comunione dei santi come base e alimento della nostra fede. Con questa peculiarità: quella che potrebbe sembrare una meditazione sui santi della prima e della nuova alleanza è, in realtà, un'intima riflessione su Dio, un parlare di Dio, un « narrare Dio ». Sì, perché il nostro Dio, il Signore al quale aderiamo e che amiamo senza averlo visto e senza poter adesso fissare lo sguardo in lui (1 Pt 1.8), è innanzitutto il Dio di altri: il Dio di Abramo, di Mosè, di Elia, di Giovanni il Battezzatore, di Maria, di Pietro, di Paolo... E il Dio dei nostri padri e delle nostre madri. È il Dio dei miei padri e delle mie madri, il Dio delle mie grandi amicizie. Da loro attraverso la chiesa santa l'ho ricevuto e conosciuto, ho imparato ad amarlo ed è diventato il mio Dio. A ognuno di loro, che me lo ha narrato in forma sempre nuova e sorprendente, ho detto: "II tuo Dio è il mio Dio" (Rt 1.16) »
Enzo Bianchi
Amici del Signore
© edizioni Gribaudi, 1990
tradotto in neerlandese e francese