"In tempo reale": sembra questo il nuovo mantra della società contemporanea. Distanze, fusi orari, alternarsi di giorno e notte. varietà di stagioni. di culture, di latitudini: è tutto annullato in nome di questa presunta "realtà" de tempo. Una delle prime e delle più innocenti vittime della cultura del "tempo reale" è il pensare, il frapporre una "distanza" tra un evento e se stessi, tra un dato e la sua interpretazione. Rileggere, ripensare, riesaminare un testo. un evento, un incontro con qualcuno sembra vietato da un codice non scritto ma unanimemente accettato. E invece sono operazioni indispensabili sia a livello individuale, per prendere in mano la propria vita. sia a livello di società. per indirizzare gli eventi verso un maggior bene comune. o quantomeno il minor male possibile. Dopo l'evento epifanico dell'11 settembre, dopo quell'apocalisse che ci ha "rivelato" come il Male sia costantemente presente nelle nostre vite, Enzo Bianchi, negli interventi sui temi della convivenza civile e politica raccolti in questo volume, pieni di sofferenza prima ancora che atti di denuncia, richiama l'attenzione dei lettori su alcuni aspetti che caratterizzano sempre di più il nostro mondo: la tragica opzione tra guerra e pace. la pericolosa identificazione dell'altro come nemico, il lento emergere di una realtà europea, il fecondo intrecciarsi di religioni e culture diverse, il sottile insinuarsi di una barbarienei comportamenti personali e collettivi.
Enzo Bianchi
Nuove apocalissi
© edizioni Rizzoli, 2003